Oggi parliamo di Pokémon Unite, ma prima è necessaria un’introduzione personale. Io non sono mai stato un giocatore competitivo. Certo, ho voglia di vincere come tutti quando affronto una sfida, ma non sono mai stato il tipo da allenarsi per ore allo scopo di perfezionare la mia tecnica o le mie capacità. Potete dunque ben capire che i videogiochi a cui ho dedicato più tempo in assoluto, tra cui il franchise Pokémon (motivo per cui sono oggi qui a scrivere), non sono certo tra i più meccanicamente complessi del medium. Eppure, per un discreto periodo durato circa quattro anni, ho trascorso i miei pomeriggi liberi a studiare i MOBA. Da League of Legends a Battlerite passando per ibridi come Overwatch, ho più volte tentato di approcciarmi al genere in un modo più serio e competitivo rispetto al mio solito, addentrandomi più nel dettaglio nei sistemi di gioco e nei meta in continuo cambiamento. Dopo aver diverse volte intuito che questo stile di gioco non facesse per me, ho infine mollato la spugna – ma senza perdere interesse verso questi particolari titoli.
Arriva il 2021 e sento per la prima volta parlare di Pokémon Unite e, se siete ancora qui a leggere, non serve che vi spieghi di cosa stiamo parlando. Il mio interesse verso l’opera è sempre oscillato dal voler vedere il franchise Pokémon sotto nuova luce e nuove trovate di gameplay, al temere l’ennesimo baratro senza fondo di meta e tier list da imparare a memoria a ogni patch per competere senza venire asfaltati senza ritegno dal team avversario. La curiosità alla fine ha avuto al meglio, e al lancio mondiale del titolo sono sceso in campo assieme ad alcuni amici. Quella che ho trovato è stata un’esperienza ben diversa da quanto mi aspettassi, molto meno tecnica o bilanciata dei soliti MOBA a favore invece di un gameplay veloce e caciarone.
È di questo che parlerò oggi. Un articolo dedicato a tutti i giocatori casual e/o competitivi interessati al caso di Pokémon Unite e a come sto trovando ampio divertimento in un titolo che, per il momento, non sta certo puntando a uno scenario concorrenziale di alto livello.
Pokémon Unite è superficiale e forse va bene così
Partiamo dalla prima e netta differenza tra Pokémon Unite e molti altri MOBA che ho testato: la semplicità. Sebbene ci sia qualche effettino secondario un po’ più tecnico o combinazioni che sono chiaramente più efficaci di altre, alla fine dei conti le alternative sono poche e poco cambia da una all’altra. A inizio partita quasi tutti i Pokémon hanno la stessa forza e persino un support può battere un attaccante giocandosela bene. Con l’avanzare dei minuti, che sono veramente pochi (10 a partita in confronto ai 30/40 in media di altri MOBA), è possibile accumulare un certo grado di vantaggio che però può venir recuperato in men che non si dica.
La superficialità delle meccaniche di gioco è certo un elemento a sfavore della competitività a lungo termine, considerando che già ora si è identificato quali siano le comp migliori e quali mosse debbano essere preferite ad altre. D’altro canto, permette a tutti di prendere immediata confidenza con il sistema, scendere in campo con i propri beniamini e avere ottime chance di sconfiggere anche giocatori più forti, se il vento soffia a favore. Non servono ore di studio sugli oggetti migliori per ogni situazione, calcoli sulla media di oro da guadagnare al minuto per ottimizzare il farming, analisi del matchup o comprensione del percorso migliore per raggiungere i giusti obiettivi entro tempi precisi. Prendi il tuo Pokémon, equipaggia le due abilità con cui ti trovi meglio, prendi l’oggetto che ti offrirà un vantaggio occasionale e sei pronto a fare a botte con tutto e tutti.
C’è ovviamente spazio per migliorare le proprie abilità e diventare più esperti nel capire quando focalizzarsi sul combattere e quando sul segnare punti, ma non è nulla di eccessivamente complesso o fondamentale. La semplicità e chiarezza di Pokémon Unite offrono a tutti la sensazione di poter fare la differenza ed eliminano la frustrazione dovuta a certe meccaniche dei MOBA, spesso causa di insulti e baruffe tra avversari e compagni di squadra – che adesso andremo a vedere un po’ più nel dettaglio.
Occhio non vede, Absol non tilta
Nei giochi online di questo genere, è prima o poi capitato a tutti di venire presi di mira da amici e nemici per vari motivi, o di arrabbiarsi per determinati valori legati alla partita in corso. Differenza tra uccisioni e morti, rendimento singolo dei membri di squadra, difficoltà a collaborare, utilizzo dei cosiddetti “broken characters” e chi più ne ha più ne metta. Ma Pokémon Unite è un titolo che chiaramente punta a un pubblico giovane, e questi elementi potrebbero risultare contraddittori nel successo o meno del suo ciclo vitale. È evidente dunque che siano state compiute scelte di design molto accurate per evitare la nascita di frustrazione nei giocatori, e della conseguente tossicità in chat generale.
Innanzitutto, avete notato come non sia possibile vedere le statistiche prima della fine della partita? Non puoi conoscere il tuo rendimento, quello degli altri, il punteggio globale o simili numeretti che non siano stampati sulla schermata di chiusura del match. L’unica indicazione della situazione attuale deriva da periodici messaggi a schermo che segnalano quale team è in testa, e se il vantaggio è grande o piccolo. Non potendo determinare chi o cosa sta andando bene o male (tranne sé stessi), viene meno la voglia di attribuire colpe agli altri. Inoltre, si ha solo raramente la sensazione di non poter più vincere in alcun modo, salvo sulle ultime battute dello scontro quando ormai tanto la partita è finita e ci si può lanciare direttamente nel prossimo match.
Pokémon Unite, nel suo design, aiuta pure a rimuovere in automatico i tipici problemi che possono sorgere nei MOBA. È molto difficile non fare gioco di squadra quando la mappa è piccola, così come è impensabile sbagliare la mira o attaccare il bersaglio sbagliato quando lo stesso gioco svolge questi compiti per te. In più, non ci sono build errate di oggetti, non c’è casualità e il limite di potenza dei singoli Pokémon è impostato basso per consentire una veloce rimonta se si rimane indietro sulla tabella di marcia. Va da sé che il lato negativo di tutto questo sia l’elevata velocità con cui si esauriscono le libertà di scelta e personalizzazione dei Pokémon lottatori, facendo talvolta assomigliare Unite più a un party game su larga scala che a un vero e proprio MOBA.
Con una Sintesi in una mano e un Foglielama nell’altra
Per terzo e ultimo argomento, vorrei parlare dei support. Sì, quei personaggi che solitamente stanno in secondo piano e non fanno nulla fino a che tu non muori, e in quel caso è colpa loro. Più volte ho tentato la via del guaritore o del difensore nei MOBA, ruolo che mi ha sempre appassionato, solo per scoprire quanto il gioco stesso o l’ambiente siano poco generosi e molto aggressivi nei confronti di noi poveretti. Un DPS ha appena ucciso l’intera squadra nemica? Fanfare, fuochi d’artificio, medaglia al valore e una stretta di mano dagli sviluppatori. Il guaritore ha appena salvato la vita al suo team? Complimenti, nulla succede a schermo, il tuo punteggio non sale e il tuo compagno ti sta ancora facendo la ramanzina per quella volta mezz’ora prima che non l’hai soccorso quando si è lanciato nelle fauci della morte.
Passiamo ora a Pokémon Unite. Al momento, i mostriciattoli che possono effettivamente definirsi support sono pochi, e alcuni di loro hanno opzioni offensive decisamente migliori che le alternative protettive. Giocare un guaritore o un tank in questo titolo, però, è incredibilmente soddisfacente. Basti pensare anche solo all’interfaccia: a causa degli effetti molto più vivaci e accattivanti, è decisamente più facile notare gli scudi ricevuti da Eldegoss o l’aura protettiva di Ninetales piuttosto che l’avviso di tripla uccisione di Zeraora. Questo focus sulle mosse e sull’operato dei giocatori piuttosto che sui risultati ottenuti rende molto più spettacolare e gratificante ricoprire un ruolo di supporto, tanto quanto lo è fare carneficina con gli attaccanti. Le grandi ricompense visive rimangono invece sugli obiettivi di squadra come segnare punti o sconfiggere Zapdos, che ricordiamo chiunque può portare a termine a scapito del ruolo.
Per non dire poi che tutti i support hanno anche validissime opzioni offensive. Casomai dovesse servire…
Pokémon Unite è un MOBA ma non lo è
La giusta conclusione a questo articolo è: Pokémon Unite è un MOBA pensato per chi vuole giocare a un MOBA ma non ha passione per la complessità o la competitività del genere. In pratica, è un MOBA semplificato.
Questa definizione porta con sé mille meriti e mille contraddizioni. Potremmo fermarci a parlare di quanto la semplicità del sistema rischi di rendere monotono il gioco dopo sole poche ore, o elogiare come riesca ad attirare una maggiore fetta di pubblico che prima si trovava di fronte a porte sbarrate. O potremmo discutere di quanto sia bello riconoscere le mosse usate dai Pokémon solo dalla loro animazione e senza nemmeno aver consultato la wiki.
Ho già però speso fin troppo tempo a parlare di Pokémon Unite e preferirei lasciare il verdetto finale ai giocatori. Il palcoscenico era pronto e il pubblico aveva bisogno di un gioco da prendere in mano, imparare subito e comunque investirci molto tempo su, pur senza le eccessive complicazioni che spesso fan la fortuna dei titoli multigiocatore. Coloro che cercando aggressività e profondità hanno comunque le sempreverdi alternative già consolidate nel panorama dei videogiochi. Avere varietà non ha mai fatto male a nessuno.
Se desiderate approfondire di più il discorso Pokémon Unite, abbiamo già guide e altri articoli pronti per essere consultati da voi lettori. Ora perdonatemi, ma devo tornare a dispensare cure e scudi con il mio bellissimo Eldegoss. E che nessuno mi venga a dire che le mosse che infliggono danno sono le uniche importanti. Non siamo mica in terza generazione.