Dopo 9 anni dal primo film tornano al cinema le indagini del contabile Christian Wolff con The Accountant 2. Accompagnato da suo fratello Braxton e dall’agente del tesoro Marybeth Medina dovrà indagare su un caso di omicidio di un loro vecchio amico e il suo killer ma anche sull’identità di una misteriosa donna che gli dà la caccia.
Nella pellicola diretta da Gavin O’Connor (Tornare a vincere) troviamo nei panni dei protagonisti nuovamente Ben Affleck (Gone girl), Jon Bernthal (The Punisher) e Cynthia Addai-Robinson (Gli anelli del Potere). Nel cast troviamo anche J.K. Simmons (Whiplash) e Daniella Pineda (Jurassic World-Il Dominio).
Dove eravamo rimasti con The Accountant?
Una doverosa premessa prima di partire con la recensione vera e propria: non fatevi spaventare da quel “2” nel titolo. The Accountant 2, nonostante sia un sequel, è fruibile anche da una persona che non ha mai sentito parlare del franchise. Grazie alla penna geniale di Bill Dubuque (Ozark) infatti anche uno spettatore ignaro dell’esistenza di un primo film, riuscirà ad entrare a pieno nella storia e nella vita dei personaggi già dai primissimi minuti della pellicola senza confusioni di sorta.
Questo film è migliore praticamente sotto ogni punto di vista rispetto al suo predecessore. Una regia più ispirata e pulita, scene d’azione e di tensione con molto più pathos e una gestione migliore, universo e connessioni tra personaggi rese più chiare e interessanti. La trama in realtà non regala troppi guizzi di originalità ma è un buon pretesto per far interagire i personaggi e donargli più spessore, un ottimo lavoro.
The Accountant 2 ha fatto i compiti ed è promosso
Ben Affleck e Jon Bernthal fratelli coltelli
Con la neurodivergenza di Christian Wolff (Ben Affleck) e la completa sregolatezza di Braxton (Jon Bernthal) in questa pellicola troviamo una coppia veramente affiatata. I due protagonisti infatti funzionano a meraviglia sullo schermo, il loro rapporto si evolve in maniera coerente, con i giusti tempi e senza lasciare da parte la narrazione. Specchio di questa evoluzione è assolutamente la scena nel bar di cowboy, due fratelli pronti a coprirsi le spalle a vicenda.
Da fratelli coltelli infatti (una situazione quasi logorante per entrambi) i due si troveranno quasi costretti dalla loro missione a ritrovare la loro fratellanza porgendosi la mano per riallacciare il loro rapporto. Jon Bernthal e Ben Affleck sono perfetti nei loro ruoli, si completano a vicenda con le loro doti attoriali e le loro scene d’azione condivise sono una gioia per gli occhi. Jon Bernthal estremamente in parte, il carisma di Braxton riempie lo schermo.
Lo strano ritmo del secondo atto
Il ritmo e le tempistiche della sceneggiatura sono gestite tendenzialmente in maniera ottimale, un primo atto in cui si introducono il caso da seguire e tutti i personaggi coinvolti e un terzo atto pieno d’azione e che ti tiene con il fiato sospeso alla ricerca della verità. L’unica nota che stona con la pellicola è proprio il secondo atto. Una parte centrale che ha pochi guizzi originali per quanto riguarda le indagini, con dei minuti superflui che, se tagliati, avrebbero giovato e non poco alla visione del film, ma anche delle scene importanti per la crescita dei personaggi.
Il secondo atto quindi, non è tutto da buttare, come scritto poc’anzi è fondamentale per costruire e far crescere il rapporto dei nostri protagonisti. Scene slice of life dei due fratelli, conoscere in dettaglio le abilità dell’assistente di Christian, le indagini di Marybeth e le intenzioni reali del cattivo del film, sono tutte scelte che in teoria sono importanti per conoscere meglio le pedine di questa storia, ma che si scontreranno con delle scelte di sceneggiatura e dialoghi che lasciano lo spettatore con l’amaro in bocca.
Colonna sonora montaggio e regia
Come già detto all’inizio della recensione, O’Connor dal punto di vista della regia è migliorato molto rispetto al primo film. Le scene d’azione (insieme al montaggio mai banale) sono girate in maniera dinamica ed eccitante, sia le scene di arti marziali che le sparatorie danno soddisfazione allo spettatore che ne rimane molto divertito. In aggiunta anche le scene delle indagini e dei momenti di vita quotidiana, nonostante siano molto più pulite e “classiche”, non stonano assolutamente durante la visione del film.
Anche il montaggio regge estremamente bene, mai confusionario durante l’azione più concitata e molto classico durante la prima parte della pellicola. Lo stesso non si può dire della colonna sonora. Nessun brano del film infatti risulta memorabile, in alcuni casi anzi risultano anche fuori contesto alcune scelte musicali nell’ultimo atto nel pieno del climax. Questo non mina assolutamente la visione, anche perché i brani durante il film sono veramente pochi, ma comunque sorge spontaneo il dubbio su cosa sia successo in fase di post produzione nella scelta delle canzoni.
Ottima regia accompagnata da delle canzoni non all’altezza
Le nostre conclusioni su The Accountant 2
Il sequel di The Accountant quindi ci ha convinto con alcune riserve. Sicuramente è superiore al suo predecessore, le scene d’azione sono più numerose e i personaggi più sviluppati. Rimangono le noti dolenti di alcune scelte di sceneggiatura e la poca originalità per quanto riguarda le indagini e i colpi di scena estremamente telefonati. Nonostante tutto rimane un film estremamente godibile da guardare nelle sale dal 24 Aprile. Se non vi abbiamo convinto date un’occhiata al trailer di The Accountant 2.
Adesso, come sempre, la rimettiamo a voi. Darete una possibilità a questo sequel sul nostro contabile preferito? Fateci sapere la vostra opinione con un commento qui sul sito di Kaleidoverse o sulla nostra pagina Instagram che potete seguire per rimanere sempre aggiornati sugli ultimi articoli pubblicati: come la recensione della serie TV Daredevil: Rinascita, un articolo sul Romics di Aprile oppure della nuova serie di Devil May Cry. Alla prossima recensione!
Pro di The Accountant 2
Affinità di coppia tra Ben Affleck e Jon Bernthal
Regia delle scene d’azione divertente
Terzo atto con un ritmo al cardio palma
Contro di The Accountant 2
Poca originalità nella scrittura delle indagini
Parte centrale poco scorrevole
Colpi di scena estremamente banali