Felice anno nuovo a tutti i lettori di Kaleidoverse! Speriamo che abbiate, e stiate ancora, passando delle buone vacanze. Personalmente ho voluto farmi un piccolo regalo concedendomi la possibilità di vedere la serie con protagonista Maisie Williams – la nostra Arya di Il Trono di Spade – Two Weeks To Live. Lo show, che potete trovare su Sky, è già concluso, ed è composto da sei episodi. Onestamente avrei fatto meglio a comprarmi un regalo concreto in quanto, tra buchi di trama, dettagli inspiegabili e pretesti ridicoli per andare avanti, Two Weeks To Live non è stato il modo migliore di iniziare l’anno. Analizziamo i motivi in questa recensione, naturalmente, priva di spoiler.
Two Weeks To Live: perché questo titolo?
La serie inizia facendoci subito conoscere Maisie Williams, alias Kim, mentre muove i suoi primi passi nel mondo reale. La ragazza è infatti rimasta isolata dal resto del globo dall’età di sei anni assieme alla madre, Tina, la quale la costringe a questa reclusione inventando malattie inesistenti e crisi globali per non farla scappare di casa. Le cose cambieranno proprio quando Kim non accetterà più questo trattamento, decidendo di portare a compimento una lista di cose da fare, tra cui uccidere l’assassino del padre. Two Weeks To Live si propone come una serie d’azione, a causa dei vari guai che la protagonista dovrà affrontare a partire dalla tanto agognata vendetta, ma aggiunge vari momenti di risate grazie a un pizzico di trash assolutamente voluto. Sono infatti all’ordine del giorno varie battute e commenti fatti in momenti del tutto inappropriati (come la discussione tra con Jimmy, che si terrà mentre lei gli punta una pistola addosso).
La domanda che mi è sorta quasi immediatamente guardando la serie è: perché si chiama Two Weeks To Live? Quando ho deciso di vedere le puntate non conoscevo assolutamente la storia, così immaginavo che la protagonista avesse, per una ragione o per un’altra, due settimane di vita. Effettivamente Kim afferma quasi subito di essere sul punto di morire, ma ciò solamente a causa delle menzogne propinatale dalla madre fin dalla più tenera età. Passa a malapena un episodio prima che noi spettatori possiamo renderci conto che queste due settimane di vita in realtà sono una bufala, quindi perché chiamare la serie in questo modo? Il titolo non dovrebbe rimandare a qualcosa di fondamentale per la serie? A quanto pare no.
L’ispirazione a Tarzan e Mowgli
Un altro punto che mi ha particolarmente infastidito di Two Week sto Live è la totale assenza di spiegazioni. Personalmente mi sono fatta un’idea, una semplice speculazione: gli sceneggiatori volevano raccontare una storia alla Tarzan, con una protagonista molto impacciata nel mondo reale per il suo essere cresciuta al di fuori di esso, ma non sapevano come fare. Non viene mai spiegato, infatti, perché Tina abbia deciso di imprigionare la figlia, e non mancano in seguito dettagli del tutto incoerenti. La madre dà alla figlia delle “medicine” che le impediscono di ammalarsi, ovvero delle caramelle che riconoscerà alla sua prima visita al supermercato. Quindi, Tina, tu esci di casa a fare la spesa? Se è così, perché davanti a una busta di patatine ti comporti come se non le mangiassi da anni? E soprattutto, come si svolgeva la prassi familiare giornaliera durante questa reclusione? Non ci è dato un minimo di accenno alla vita che le due hanno vissuto, probabilmente perché la storia vuole concentrarsi sul “dopo” questi eventi. Peccato che così facendo sorgano una serie di domande a cui non avremo mai risposta.
Ad aiutare la piccola Kim ad ambientarsi nel mondo reale, proprio come in Tarzan vi era Jane, abbiamo Nicky e Jay, due fratelli che incontreranno la protagonista durante la sua prima serata fuori di casa. Anche in questo caso ci sono dei punti dolenti: alla fine del secondo episodio i ragazzi verranno a sapere quanto Kim, e la madre, possano essere pericolose e ciò per una loro diretta testimonianza. Perché allora i due decidono in modo così spensierato di seguirla? Andreste voi dietro a un perfetto sconosciuto armato e completamente, almeno in apparenza, fuori di testa? Ciò non è giustificabile da nessun punto di vista: non l’hanno conosciuta abbastanza da poter affermare di volerle bene o di volerla proteggere, né tantomeno sono minacciati o coinvolti in qualche modo con gli avvenimenti. Perché non pensino mai di chiamare la polizia rimane il più grande mistero di Two Week sto Live.
È tutto così orribile?
Nonostante tutto quello che avete potuto leggere, possiamo dare qualche nota di merito allo show. I fan di Maisie sicuramente saranno soddisfatti di vederla nuovamente in azione, sia da un punto di vista nuovo, a causa dei suoi toni molto ironici, che da quello ormai più “vecchio”, a causa delle scene d’azione – è anche presente una piccola citazione al suo personaggio del Trono di Spade, a voi il compito di coglierla. Il sarcasmo che domina un po’ tutte le scene riesce abbastanza nel suo ruolo, strappando varie risate e spezzando notevolmente quelle cariche di tensione; sebbene questo possa essere un punto a favore per me, potrebbe risultare all’opposto nei vostri confronti, sempre in base ai propri gusti. Gli attori recitano bene e i colori dominanti durante Two Week sto Live riescono a trasmettere quel sentimento di malinconia che, a mio avviso, è voluto.
Vi consigliamo la serie? Sfortunatamente no. Nonostante ci sia qualche punto positivo, Two Weeks to Live non trascina per niente, non fa venire la voglia di far partire l’episodio successivo e considerando la breve durate e il piccolo numero degli episodi, si poteva sicuramente fare qualcosa per colmare le tante lacune presenti. Le domande senza risposta sono ciò che più mi hanno accompagnato durante la visione della serie, quindi è consigliabile solamente se volete rivedere Maisie Williams sullo schermo, ma se è l’attrice e non la trama a conquistare significa che qualcosa è andato storto. Da Kaleidoverse è tutto; vi incitiamo come sempre a rimanere aggiornati sulle novità del mondo cinematografico unendovi al nostro canale Telegram e seguendoci sul nostro sito ufficiale, e siamo lieti di augurarvi un felice 2022.
Two Weeks To Live è una serie da vedere solamente se avete nostalgia di Maisie Williams. L'attrice domina lo schermo con azione e battute taglienti, ma i punti a favore della serie HBO finiscono qui. I pretesti utilizzati per mandare avanti la trama non hanno un minimo di spiegazione, lacuna che si trova anche nella caratterizzazione dei personaggi, alquanto ridicoli. La trama non è coinvolgente, le sottotrame lo sono ancora di meno e, dulcis in fundo, ancora non è ben chiaro perché la serie si chiama Two Weeks To Live.