Amy Sherman e Daniel Palladino tornano dal 24 aprile su Amazon Prime Video con Étoile, un nuovo prodotto che ha al centro della sua narrazione il mondo della danza. Le aspettative, non lo negheremo, c’erano ed erano anche piuttosto alte. In fondo stiamo parlando dei creatori di Una Mamma per Amica e La Fantastica Signora Maisel, due serie che ci sono rimaste nel cuore. Quello che ha reso Una Mamma per Amica un capolavoro (oltre le vicende di Lorelai e Rory) sono stati i dialoghi brillanti e i temi trattati (l’amicizia, l’amore e il passaggio dall’adolescenza all’età adulta).
La Fantastica Signora Maisel era concettualmente geniale: raccontava dell’ascesa nel mondo della comicità di Midge Maisel, e se non l’avete vista vi consigliamo di recuperarla. Da Étoile, quindi, non ci aspettavamo nient’altro che un’idea geniale al centro della narrazione che si sviluppasse grazie a dei dialoghi brillanti che costringessero lo spettatore a rimanere incollato allo schermo. Siamo rimasti soddisfatti? Se siete curiosi continuate a leggere la nostra recensione di Étoile.
Étoile, un omaggio al mondo della danza
È una serie nata grazie alla collaborazione con Amazon Prime Video, così come La Fantastica Signora Maisel. Per Amy Sherman è un sogno che si avvera: la donna è la figlia di un’importante ballerina di cui aveva provato a seguire le orme, prima di dedicarsi alla scrittura, e aveva già tentato con A Passo di Danza a realizzare un omaggio alla mamma. A Passo di Danza non era riuscita ad essere rinnovata per più stagioni, ed Ètoile non è altro che un secondo tentativo di rubare il cuore al pubblico parlando di un mondo particolare come quello della danza classica.
Étoile vanta un cast in grado di attirare l’attenzione: Luke Kirby (che interpretava Bruce ne La Fantastica Signora Maisel) nei panni di Jack McMillan e Charlotte Gainsbourg (che già avevamo amato in Nymphomeniac Vol. 2) nei panni di Genevieve Lavigne. David Haig interpreta il coreografo vicino alla pensione Nicholas e Simon Callow nei panni dell’imprenditore Crispin Shamblee. C’è poi Yanic Truesdale (Michel in Una mamma per amica) nei panni del braccio destro di Genevieve, Raphael.
Di cosa parla Étoile?
Il mondo del balletto è in crisi. Il Metropolitan Ballet Theatre di New York, guidato da Jack McMillian, e Le Ballet National di Parigi, a sua volta guidato da Genevieve Lavigne, decidono, grazie alle generose donazioni dell’imprenditore Crispin Shamblee, di fare uno scambio per ottenere di nuovo l’attenzione del pubblico: tre talenti americani vanno a Parigi e tre talenti parigini vanno a New York per una sola stagione.
Ci ritroviamo a seguire la storia, in particolare, di Cheyenne (Lou de Laâge) una talentuosa ballerina parigina particolarmente legata alla battaglia climatica; di Mishi (Taïs Vinolo), ballerina parigina trasferitasi in America, con una famiglia abbiente che pensa soltanto a fare bella figura con gli altri; e il coreografo americano Tobias Bell (Gideon Glick), eccentrico, con sempre le cuffie sulle orecchie, con problemi relazionali. Ma non solo, ci sono anche le vicende personali degli stessi Jack McMillian e Genevieve Lavigne. Étoile mette al centro della narrazione il sogno di entrare nel mondo della danza, ma anche la fatica e le rinunce, le scelte difficili di chi danza ad alti livelli. Ma lo fa senza appesantire troppo la visione, strappando anche una risata allo spettatore.
Étoile riesce a brillare nel caratterizzare immediatamente i personaggi e nei dialoghi brillanti
I lati positivi di Étoile
Una cosa in cui riesce subito la serie è la caratterizzazione dei personaggi. Jack McMillan, ad esempio, appare fin dalle prime scene imbranato, incline a prendersela, fin dalla prima riunione con Genevieve in cui i due discutono su chi dei loro ballerini farà lo scambio. Così come la prima caratterizzazione di Cheyenne: è su una barca a distruggere le reti dei pescatori per impedire loro la pesca a strascico. O, per fare un altro esempio, Tobias Bell che ignora gran parte delle conversazioni con gli altri protagonisti, dimentica i nomi e i visi dei ballerini, o si perde per strada perché è troppo occupato a creare nuove coreografie.
Étoile non delude assolutamente neanche dal punto di vista dei dialoghi: sempre ritmati e frizzanti, in grado di tenere incollato allo schermo lo spettatore. Le scene in cui Crispin Shamblee, una persona ambigua e moralmente grigia, discute con gli altri personaggi per cercare di chiarire le sue reali motivazioni risultano particolarmente divertenti. Quasi tutte le scene in cui è presente Crispin Shamblee, a dire il vero, sono magnetiche perché il cinico e ambiguo imprenditore porta sempre il caos quando è presente.
Non è tutto ora quel che luccica
Dovendo essere onesti, anche se ogni puntata ti costringe a guardare subito la seguente, Étoile ha anche dei lati un po’ meno positivi che la potrebbero rendere meno piacevole per alcuni. La prima stagione è composta da otto episodi della lunghezza di un’ora circa, ma ha veramente tanti protagonisti. È una storia corale, in poche parole. Per alcuni, quindi, potrebbe risultare confusionaria visto che i personaggi sono molti e le loro storie, per una questione di tempistiche, vengono affrontate rapidamente.
Ci sono delle scene in cui viene raccontato ad altri ciò che è avvenuto off screen, invece di mostrarlo a schermo. In questo caso forse avrebbe potuto aiutare la narrazione la presenza di un villain, di un rivale all’interno del cast per catturare di più lo spettatore. Nessuna delle storie cattura più delle altre: quello che spinge a guardare la serie fino all’ultimo episodio sono il ritmo della regia, i dialoghi brillanti, e i personaggi Cheyenne, Crispin e Tobias, che sono particolarmente riusciti.
Le nostre conclusioni su Étoile
Lo ricordiamo, disponibile dal 24 aprile su Amazon Prime Video, Étoile prende il mondo della danza, in crisi, e ce lo racconta mostrando cosa succede dietro le quinte, una volta che cala il sipario. Si parla del sogno e delle ambizioni dei ballerini, degli interessi economici e dei compromessi che si devono prendere per far sopravvivere un mondo che risulta obsoleto. I personaggi sono molti, forse troppi, ma riescono a catturare la simpatia dello spettatore grazie alla loro caratterizzazione immediata e sopra le righe.
Potrebbe non essere adatta a tutti, perché non siamo ai livelli di Una Mamma per Amica, ma la regia sempre frizzante e ritmata fa venire voglia di correre all’episodio successivo. Secondo noi andrebbe vista anche solo per i personaggi di Cheyenne e Tobias, che sono particolarmente iconici e simpatici. Voi l’avete vista o la recupererete prossimamente? Fatecelo sapere in un commento su Kaleidoverse! Ricordate di seguirci sulla nostra pagina Instagram e non perdete i nostri articoli più recenti su The Stolen Girl e The Accountant 2.
Pro
La scrittura e la regia rendono la serie dinamica e frizzante
Cheyenne e Tobias sono iconici
Le colonne sonore sono orecchiabili
I costumi e gli spettacoli sono bellissimi
Ottime le performance dei protagonisti
Contro
I personaggi risultano essere un po’ troppi
Si sente l’assenza di un vero antagonista
Alcune svolte narrative sono troppo prevedibili
La storia viene raccontata troppo velocemente perché possa avere un forte impatto emotivo
molte storyline non sono interessanti