Si è da poco conclusa, con la tredicesima puntata, la prima stagione di High potential di cui state per leggere la recensione. La nuova serie TV è un remake della versione franco-belga di HPI- Haut potentiel intellectuel meglio conosciuta come Morgan – Detective geniale. Con una nuova location e un cast tutto nuovo avrà avuto lo stesso impatto della serie originale?
A ricoprire il ruolo della mente geniale troviamo Kaitlin Olson (Morgan Gillory) affiancata dal freddo e duro Karadec interpretato da Daniel Sunjata. Un volto familiare per chi ha visto Scrubs è quello di Judy Reyes che in High potential veste i panni di Selena Soto. Così come nella serie originale, anche questa nuova versione vede l’intrecciarsi di due trame. Nel corso della recensione di High potential vedremo quale delle due darà il taglio narrativo alla serie.
La trama di High potential
Morgan è un’addetta alle pulizie all’interno del Los Angeles police department. Durante uno dei lunghi e noiosi turni di lavoro fa cadere per sbaglio un fascicolo riguardante un omicidio. Dopo un breve ma intenso ragionamento stravolge il fil rouge scritto sulla lavagna dedicata al caso e indicando il vero colpevole. L’alto potenziale cognitivo di Morgan e il suo QI di 160 rimarranno ancora nascosti in una semplice donna delle pulizie?
Le telecamere aiutano a scoprire l’autrice della soluzione del caso, Morgan appunto, la quale verrà poi interpellata per collaborare anche nei casi futuri. Il lavoro offertole porterà lei ad una nuova mansione ma anche ad una serie di aiuti per scoprire la verità sulla scomparsa di Roman. Il suo primo fidanzato è scomparso dopo la nascita della prima figlia Ava (Amirah J) tormentando Morgan sul perché. Come si saranno evolute le cose in questa prima stagione?
Un alto potenziale che intrattiene
Se siete persone le quali hanno un debole per serie TV come Dr. House, Sherlock o The good doctor sarete rimasti attratti anche da High potential. Cosa accomuna tutti i prodotti citati prima? Ovviamente la presenza di una mente geniale capace di risolvere qualsiasi tipo di caso. Che sia di natura medica o forense Gregory, Sherlock e Shaun sono sempre arrivati ad una soluzione grazie al loro intelletto. E Morgan dove la collochiamo invece?
La protagonista di High potential, fulcro della nostra recensione, va ben oltre i personaggi citati prima. Avendo lei un cervello che funziona fin troppo bene, le è spesso difficile dormire e quindi sfrutta questi tempi lunghi facendo cosa? Seguendo documentari, leggendo libri e guardando pubblicità o cataloghi. Lei va ben oltre la semplice lettura andando ad immagazzinare tutta una serie di informazioni che, nel nuovo lavoro, le serviranno spesso per risolvere i casi.
La soluzione dei casi in un batter d’occhio
Morgan mette subito in chiaro le cose: lei lavora in maniera non ordinaria così come il suo cervello. Questo fattore è molto importante perché spesso la soluzione dei casi arriva grazie a dettagli insignificanti per i normodotati. Per la nostra protagonista una frase detta senza senso può diventare un cruccio a cui deve dare una risposta. Un souvenir mancante può rivelarsi qualcosa di importante ai fini del caso e così via.
E lo spettatore che fa in questi casi? Non viene lasciato solo a vedere la serie ma anzi viene spinto, a volte aiutato, a cercare lui stesso di capire come risolvere il caso. Spesso diventa una sfida arrivare alla soluzione o cercare anche solo di anticipare parte del ragionamento dietro la risoluzione. Questo meccanismo aiuta a mantenere alta l’attenzione di chi sta guardando facendolo immergere pienamente nella scena. Una vera e propria calamita per l’attenzione degli amanti di questo genere.
L’importanza di mantenere i rapporti
Oltre ai casi risolti in maniera formidabile c’è un altro aspetto che potrebbe attirare l’attenzione dello spettatore. Morgan è mamma di tre figli, Ava avuto da Roman e gli altri due con Ludo. I due mantengono buoni rapporti per amore dei figli nonostante non siano più insieme. Un amore dimostrato sia coi fatti che con le parole in episodi più che sporadici. Una puntata in particolare risalterà questo aspetto risultando sia surreale che un gesto d’amore incondizionato.
Morgan è una madre presente nonostante il lavoro le occupi la maggior parte della giornata. Non rinuncia al tempo da passare con i figli e nemmeno al lavoro che la sta aiutando a risolvere il mistero che l’attanaglia da anni. Si è creata un equilibrio tutto suo anche se il suo mondo è frenetico, con il cervello che viaggia a mille. Lo spettatore nota questo atteggiamento magari non dandogli la giusta importanza ma lo apprezza.
Una detective in minigonna
Una cosa che può saltare subito all’occhio è l’abbigliamento con cui Morgan si presenta al lavoro. Siamo abituati a vedere detective con il vestito, ben coperti e poco appariscenti. La nostra protagonista però ha un estro particolarmente vivace e ciò si rispecchia nel suo modo di vestirsi. Colori appariscenti, minigonna e stivali stravaganti sono un marchio caratteristico della nostra detective dall’alto potenziale cognitivo.
Il suo modo di vestirsi è spesso motivo di sottovalutazione da parte di agenti di polizia o dell’FBI. Giudicare un libro dalla copertina è un errore grave e chiunque lo fa rimane sconvolto dalla sua capacità di ragionamento. L’effetto è doppio se pensiamo che, se si vestisse in maniera sobria, potremmo aspettarcelo. Insomma, Morgan stupisce anche con il suo modo di vestire.
Le nostre conclusioni su High potential
La recensione di High potential, dopo vari indizi, arriva alla conclusione. Il finale di stagione ci regala una delle puntate più ricche di lampi di conoscenza di Morgan preparandoci al fine puntata. L’episodio 13 dovete immaginarlo come un elastico che piano piano viene teso, nell’ultima scena avviene il lancio. L’intera serie ci aveva già convinti, intrattenente e davvero ben strutturata ma il finale ha creato un effetto wow inatteso. Speriamo nel proseguimento con nuove stagioni perché merita davvero tanto!
Se la recensione di High potential non vi è bastata potete trovarne tante altre sul nostro sito di Kaleidoverse. Volete sapere cosa ne pensiamo dell’adattamento Netflix di Devil May Cry? E per rimanere sempre aggiornati o commentare i nostri articoli, seguiteci sulla nostra pagina Instagram. Vi ringraziamo per averci letto e vi aspettiamo alla prossima!
Pro
Il personaggio di Morgan e la sua mente strabiliante riescono a mantenere incollato lo spettatore allo schermo;
La trama e la sottotrama si intrecciano perfettamente e il finale di stagione ci regala uno sprazzo di speranza per una seconda stagione.
Contro
A parte Karadec e Morgan c’è stato poco background degli altri 3 detective principali;