Il 28 febbraio 2025 ha fatto il suo esordio sulle console e su PC il nuovo gioco di Capcom più atteso dai fan. Stiamo parlando di Monster Hunter Wilds il quale porta un nuovo capitolo della saga che appassiona milioni di gamers di tutto il mondo. L’approfondimento non riguarderà tanto il gioco quanto le sue origini e i titoli cardine per poterne apprezzare la magnificenza. Senza nulla togliere al nuovo arrivato, ovviamente, le cui 8 milioni di copie vendute al lancio non sono da sottovalutare.
Monster Hunter torna di nuovo su console dopo la parentesi, durata anni, sulle console portatili di casa Nintendo. Il debutto avvenne nel 2004 su PlayStation 2 per poi passare alle versioni portatili prima su PS Portable e poi sui vari Wiii, Nintendo 3DS, Wii U e infine Switch. Il rilancio del gioco su console fissa avviene nel 2018 con Monster Hunter: World e successiva espansione Iceborne. L’ultimo titolo portatile, per ora, è su Nintendo Switch con Rise e l’espansione Sunbreak.
Monster Hunter o lo ami o lo odi
Tralasciando la parentesi World e Wilds, giochi creati per avvicinare nuovi gamer al titolo, è doveroso fare una premessa. Le meccaniche di gioco dei titoli nominati prima sono molto più semplici di quelle a cui sono abituati i giocatori di vecchia data. Se adesso si può raccogliere un medicinale, curarsi o altro mentre si corre o cammina sappiate che prima non era così. Calcolare il tempo in cui iniziare a curarsi con la pozione, prima di un attacco del mostro, richiedeva un timing non indifferente.
Imparare il moveset del mostro, le zone in cui andava a rifugiarsi era molto più complicato se non si marcava il mostro. Con l’introduzione di mappe open world è molto più semplice inseguire il mostro anche se non marcato con la palla pittura. Rimane comunque importante una componente per poter giocare a questi titoli: la pazienza. Se non ne avete e volete subito essere forti, non volete farmare ma solo uccidere, questo gioco non fa per voi.
Una saga che dura da 20 anni
È ormai dal 2004 che Monster Hunter si conferma come uno dei titoli più attesi di Capcom per via di varie meccaniche di gioco peculiari. In Wilds è possibile muoversi cavalcando il Seikret così come in Rise il canyne. Questa meccanica arriva dal gioco Monster Hunter Stories in cui si poteva combattere a cavallo dei mostri catturati. A dirla tutta la cavalcata com’è intesa adesso è un’introduzione abbastanza recente. Fu Monster Hunter 4U a iniziare a pensare al fatto di poter cavalcare i mostri.
Salendo sulla loro schiena, con la tecnica giusta, si poteva scalfire il mostro fino allo stordimento per pochi secondi. La presenza dei Felyne è un plus per questa saga dalle vendite straordinarie. I gatti, vostri compagni di caccia, apportano una grossa mano per abbattere i mostri o curarvi dalle ferite. In alcuni giochi ci sono anche dei compagni per quando siete a rilassarvi nella vostra stanza, i maialini da coccolare e vestire a piacimento.
Monster Hunter prese il volo con la portabilità
Partito dalla PlayStation 2 si spostò successivamente sulla PS Portable, con Freedom e Freedom Unite, ed è proprio grazie a questa console che spiccò il volo. L’unica sua sfortuna per rimanere in casa PlayStation fu la scarsa vendita del successore della Portable, la PS Vita. Lì venne chiesto a mamma Nintendo di proseguire la saga grazie anche al successo avuto su Wii da parte di Monster Hunter Tri.
Con le varie console della Nintendo la storia d’amore è durata parecchi anni andando ad abbracciare Wii, Wii U, 3DS e Switch. In Monster Hunter 3U venne introdotta la caccia sott’acqua ma fu il 4U a esaltare i fan con la storia e la meccanica accennata prima. Ci auguriamo che almeno il filone Stories possa portare avanti il titolo su Switch per chi ancora non può giocare ai titoli New Gen.
L’avvicinamento con il PC
Fino a quando era su console portatili era parecchio difficile per chi predilige il PC giocare a qualsiasi titolo della saga. Con l’uscita di World e, ora, di Wilds è accessibile a tutti e quindi si aggiunge una fetta di mercato finora mai calcolata, in Europa. Sì perché per il mercato cinese esisteva una versione per PC, free-to-play, in cui i cacciatori potevano andare a caccia insieme e spartirsi il bottino.
A proposito di cacciare insieme, il primo Monster Hunter dava molta importanza al gioco online e questo tratto è rimasto intatto fino ad oggi. Il punto di forza, oltre a grafica, gameplay e trama (sempre ben strutturata per ogni titolo) è proprio la cooperazione tra cacciatori. Sulle console portatili si potevano creare stanze in cui, al completamento con 4 partecipanti, si poteva andare in missione. Ora i razzi SOS permettono di chiamare altri giocatori mentre si è già a caccia, semplificando il ricevere aiuto.
La magnificenza dei mostri
Se c’è una cosa la quale rende interessante la saga è la presenza di una vastità di mostri di vario tipo. Nei vari titoli, tolti quelli che più o meno sono sempre presenti, venivano introdotte nuove specie o addirittura tipologie. In World ad esempio avrete i Temprati così come, nei capitoli precedenti, avevamo gli Anziani come tipologia. Chi più chi meno è stato apprezzato come mostro da cacciare, quasi sempre anche come design.
Alcuni mostri, belli come design e imponenti, vengono odiati per via del loro essere una spina nel fianco da cacciare. Viceversa il Deviljho ha una corporatura che gli è valsa la nomea di cetriolone e viene apprezzato dai cacciatori anche per la caccia in sé. Ci viene in mente la Mizutsune, un drago di color bianco e viola, molto maestoso nelle movenze e bello anche da vedere.
L’approdo su dispositivi mobili
È giusto fare un accenno per le controparti su smartphone le quali hanno il loro successo anche se non come per le versioni console. Con Monster Hunter Stories (sì la fantasia manca nei nomi) si è portato il gioco sul telefono. Il recente Monster Hunter Now, molto simile a Pokémon Go, ha reso possibile la caccia su tutto il territorio mondiale. Il gameplay è ben lontano dalle versioni per console ma ha il suo perché.
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