Cercate il film adatto per una serata tra amici, quelle passate sul divano passate in compagnia di una bella pizza? Dal 4 ottobre è disponibile su Netflix, It’s what’s inside: il film perfetto per questo tipo di serata. L’espediente narrativo da cui parte la storia non è particolarmente originale, ma, soprattutto la prima parte (particolarmente riuscita), sa catturare il pubblico con la sua regia psichedelica.
Un gruppo di amici si riunisce e, insieme, fanno un gioco, che in seguito si trasformerà in un incubo. È lo stesso impianto narrativo di Jumanji, Talk to me, o qualsiasi altro film horror che faccia uso di una tavola oujia. Qui il “gioco” è una macchina che permette di scambiare i corpi, che porterà i protagonisti dentro un incubo psichedelico in cui non è ben chiaro chi è chi. L’obiettivo sarà, naturalmente, uscire dall’incubo.
It’s what’s inside: la trama
Un gruppo di amici si riuniscono in occasione dell’addio al celibato di ognuno di loro. Veniamo introdotti nel gruppo di protagonisti da Shelby (Brittany O’Grady) e Cyrus (James Morosini), una coppia di fidanzati con problemi di comunicazione. Ci sono molte cose non dette tra loro, i protagonisti glissano volontariamente su queste per paura della verità, ma alla fine della storia non potranno più scappare. Il futuro sposo è Reuben (Devon Terrell). Gli altri amici sono Nikki (Alicia Debnam-Carey), un’influencer che vive una vita “finta” fatta di like; Brooke (Reina Hardesty), un’artista; Maya (Nina Bloomgarden), una ragazza appassionata di buddhismo. Per concludere, ci sono Dennis (Gavin Leatherwood), un ragazzo che vive sulle spalle dei genitori e che si finge un rapper e Forbes (David W. Thompson), un ragazzo vittima di bullismo dal gruppo ed espulso dal college.
È Forbes, desiderato solo dallo sposo, a portare una macchina fantascientifica che ha la capacità di scambiare i corpi delle persone. Forbes propone un gioco per vivacizzare la serata: si scatteranno tutti delle foto con delle polaroid e poi si scambieranno i corpi. Lo scopo del gioco sarà scoprire chi si trova all’interno del corpo di chi. Non si può tirare ad indovinare e chi sbaglia viene squalificato. Il gruppo di protagonisti accetta senza pensarci troppo e da quel momento inizierà l’incubo.
It’s what’s inside: una scheda tecnica
Greg Jardin, regista e sceneggiatore del film, è celebre per avere partecipato anche a Cowboy Bepop: The Lost Session (2021) e Floating (2014). It’s what’s inside, prodotto da William Rosenfeld, Kate Andrews, Jason Baum, Raul Doming, è stato presentato al Sundance Film Festival il 19 gennaio del 2024 e, poco dopo, Netflix ha acquistato i diritti di distribuzione del film per 17 milioni di dollari. Il film è diviso in tre atti che corrispondono ai round dei giocatori: primo round, secondo round e una conclusione. Il gruppo di amici gioca e ignora i segnali di pericolo (evidenti se si presta attenzione) fino all’inevitabile tragedia, che romperà l’atmosfera festosa e li riporterà alla brusca realtà.
L’espediente narrativo, e anche il suo sviluppo, non sono particolarmente originali: quello che rapisce è lo stile registico che fa ampio uso di primi piani quando un personaggio nasconde qualcosa e di rotazioni di camera per far perdere i punti di riferimento allo spettatore. Quando i personaggi dicono la verità e rivelano i propri desideri, le riprese vengono filtrate da una luce rossa e le voci vengono distorte. Un altro punto a favore è la bravura degli attori, che riescono a interpretare i loro personaggi ma anche ad imitare gli altri nel momento dello scambio di corpi. Nella prima parte, lo spettatore è invitato, insieme ai protagonisti, a svelare chi si trova nel corpo di chi. Dopo il secondo turning point alla fine del secondo atto, quando la serata di giochi viene bruscamente interrotta, la regia si fa serrata intorno ai protagonisti. Sono finiti in un incubo e devono capire come uscirne velocemente. La frenesia del momento, il panico, sono resi evidenti dai continui primi piani sui volti degli attori e dal loro scambio di battute velocissimo.
Leggero, sì, ma anche una possibile critica sociale
Non è un film particolarmente originale, come abbiamo già detto, ma intrattiene. La parte più interessante a livello narrativo, è il modo in cui i personaggi (una volta scambiati i propri corpi con gli altri) svelino tutti i loro segreti. Per lo più, anche a causa della regia che tende a mettere molti indizi, sono quasi tutti prevedibili. Si potrebbe comunque trovare una sorta di critica alla società, un po’ alla Pirandello: ognuno di noi, quando siamo con gli altri, indossa delle maschere per la paura di non essere accettati.
Cyrus e Shelby, nonostante i problemi interni alla propria coppia, fingono che vada tutto bene. Nikki, con la sua vita da influencer, aiuta vari enti benefici per apparire una persona migliore di quello che è. Reuben si sposa con Sophia (è sua la festa di addio al celibato), ma forse non è lei la donna che desidera. Dennis e Forbes proprio non si sopportano ma, per il bene della festa, fingono di andare d’amore e d’accordo. Questa, in realtà, è una storia in cui niente è quello che sembra. La macchina di Forbes e lo scambio dei corpi è solo una scusa per far cadere le maschere e, finalmente, guardare in faccia la realtà.
Le nostre conclusione su It’s what’s inside
Questo film, lo ricordiamo disponibile dal 4 ottobre sul catalogo Netflix, riesce a intrattenere lo spettatore per circa un’ora e quaranta. È un ottimo film da guardare con gli amici: si potrebbe giocare insieme ai protagonisti e cercare di indovinare chi è chi. Gli indizi ci sono (la regia e gli attori sono stati molto bravi a disseminarli attentamente) ed è possibile vincere. I due atti riescono a far crescere la tensione, purtroppo, non si può dire lo stesso del terzo atto, che non è brillante e, si può dire, non soddisfa. Anzi, sembra quasi che appartenga ad un altro film.
Voi parteciperete al gioco di Forbes? E se già avete visto il film, cosa ne pensate? Vi invitiamo a lasciarci un commento sul nostro sito Kaleidoverse. Se non volete perdere le nostre recensioni sulle ultime uscite, vi invitiamo a leggere i nostri articoli su Agatha All Along, Nobody wants this e His Three Daughters. E non perdevi i nostri approfondimenti su I migliori film di Saw da vedere e LOL- chi ride è fuori: i punti deboli e i punti forti del format.
Greg Jardin ha creato un film leggero ma allo stesso tempo interessante, se si vuole scavare sotto il non troppo originale espediente narrativo. Un gruppo di amici si riunisce per l’addio al celibato di uno di loro: ognuno nasconde qualcosa per paura di essere deriso o non accettato dagli altri. Le loro bugie vengono a poco a poco svelate dalla regia (tramite primi piani e rotazioni di camera) e dalla narrazione. I personaggi si troveranno vittime di un delirio collettivo in cui nessuno riesce più a comprendere chi ha davanti, e, libero dalla paura del giudizio, svela ciò che pensa e ciò che prova. Dopo un paio di partite, si renderanno conto di trovarsi all’interno di un incubo? Ma come trovare la via d’uscita? È la soluzione finale che non brilla come il resto del film: l’impressione generale è che appartenga ad un altro progetto. Rimane comunque divertente cercare di scoprire le varie identità e i segreti dei protagonisti, dopo che cominciano a scambiarsi i corpi.