Esce il 21 agosto nelle sale cinematografiche italiane la pellicola It Ends with Us – Siamo noi a dire basta con Blake Lively, ma la recensione di Kaleidoverse è già disponibile. Mentre il marito dell’attrice, Ryan Reynolds, è al cinema con uno dei cinecomic più amato degli ultimi anni – aka Deadpool & Wolverine –, la ex attrice di Gossip Girl è la protagonista di questa nuova pellicola basata sul romanzo omonimo (2016) di Coleen Hoover. Battaglia tra titani? I lungometraggi sono totalmente diversi e i coniugi sono di grande supporto l’uno per l’altra, quindi non si può decisamente definire questa contesa “ad armi pari”. Il target è differente, così come le finalità delle storie.
Il film, diretto e interpretato da Justin Boldoni (Jane The Virgin, A un metro da te) con la sceneggiatura di Christy Hall, è la storia del viaggio di Lily (Blake Lively) che lascia una piccola città per trasferirsi a Boston e inseguire il suo sogno: aprire un negozio di fiori. Dopo aver superato un’infanzia complicata, Lily scoprirà una determinazione e una forza che le consentiranno di affrontare tante difficoltà. Nel cast oltre Blake Lively ci sono Jenny Slate (Everything Everywhere All at Once), Brandon Sklenar (1923), Isabela Ferrer (Fire Burning), Amy Morton (Chicago P.D.), Hasan Minhaj (Fidanzata in affitto), Alex Neustaedter (American Rust – Ruggine americana) e Kevin McKidd (Grey’s Anatomy). Noi abbiamo visto il lungometraggio in anteprima e siamo qui a parlavene senza spoiler.
Quando la rom-com è in realtà molto altro
Non è semplice parlare di questa storia senza fare spoiler. Diciamo che sarebbe come descrivere Your Name. di Makoto Shinkai parlando del finale o di tutta la seconda parte del film. It Ends With Us – Siamo noi a dire basta sembra una semplice commedia romantica in cui la protagonista è divisa tra un vecchio amore di quando era adolescente e un nuovo amore nato in età adulta. La verità è che questo lungometraggio è molto, molto di più, ma non ne possiamo parlare senza dar via dettagli che è bene scoprire da soli (tramite il romanzo o tramite la pellicola). Certo, la sceneggiatura non è perfetta. La prima parte del lungometraggio è a tratti lenta e fin troppo leggera, soprattutto quando si tratta di dialoghi.
Ma forse è proprio l’ambivalenza della pellicola a chiedere questa netta differenza tra la prima e la seconda parte del film, come se la prima metà fosse patinata o nascosta dietro un paio di occhiali rosa a forma di cuore. Sappiate, comunque, che i temi principali della storia sono riconducibili a un’unica immagine: la rottura di un cerchio. In psicologia se ne parla tanto ultimamente, di mental health e di essere noi coloro che rompono i circoli viziosi, quelle abitudini durate generazioni. Il messaggio del film è che siamo noi i fautori del nostro destino, che tutti noi possiamo e dobbiamo prendere in mano il nostro destino e cercare di vivere al meglio la vita che abbiamo. Parlarne in modo astratto è complicato e risulterà confuso per coloro che non conoscono la storia, ma se vi piacciono i racconti sui viaggi personali che i personaggi svolgono per migliorare la propria vita e la propria esistenza, non potete perdervi questo film.
Un casting azzeccato con un minimo di riserbo
Blake Lively è un’ottima attrice, con grandi capacità. In questa storia, però, vi è una complicazione: il pubblico vede la protagonista Lily sia da adulta sia da ragazza. Lively, classe 1987, non può certo passare per sedicenne, di conseguenza è stata presa come sua sosia adolescente Isabela Ferrer, attrice in erba che, oltre a svolgere un ottimo lavoro, sembra realmente una giovane Blake. Non è identica, sarebbe difficile trovare un’esatta copia della ex Serena Van Der Woodsen, ma il naso, gli occhi, le espressioni sono proprio loro. Il casting del film è estremamente azzeccato, se non fosse per un dettaglio: l’età della protagonista da adulta.
Lively compie quest’anno 37 anni e non li dimostra del tutto. Tuttavia, è chiaro che è ben oltre la trentina. Lo è nella sua sicurezza di sé, nei suoi occhi. La protagonista Lily, dall’altra parte, è un po’ più giovane – dovrebbe essersi appena laureata al college. Si comporta in maniera più ingenua, è scritta per essere più piccola e di conseguenza Blake non è del tutto credibile. Non è un fatto di incapacità nella recitazione ma proprio un casting un po’ borderline, quasi fuori posto che nulla ha a che vedere con la bravura dell’attrice. Contestualizzando la cosa, in realtà, quasi sempre i personaggi sono più giovani rispetto agli attori che li interpretano, basti pensare alle serie ambientate al liceo in cui gli interpreti hanno spesso almeno 23 o 24 anni. In questo caso, purtroppo, la differenza di età si vede e a tratti disturba, sebbene non estranei completamente dalla pellicola.
Le nostre conclusioni su It Ends With Us – Siamo noi a dire basta
Questo film è un 9 nel cuore ma un 7 nella realtà. Quando lo vedrete saprete perché per alcune persone è un lungometraggio estremamente importante. Chiunque abbia vissuto anche solo lontanamente le esperienze di Lily (Blake Lively) non può che empatizzare con la storia e amare questo prodotto. Dargli un 9, tuttavia, sarebbe una valutazione estremamente di parte e soggettiva, di conseguenza ci fermiamo a un 7. Perché per quanto la pellicola abbia qualche difficoltà di ritmo e di ingenuità nella sceneggiatura è comunque un film godibile e, perché no, bello da guardare e riguardare. Se vi piacciono i lungometraggi reali, che parlano di vita vera e che vi faccia stare bene e col cuore gonfio alla fine, andate a vedere It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, per quanto ci riguarda è un film da non perdere.
Trigger warning, ad alcuni soggetti molto sensibili potrebbe disturbare un po’, quindi documentatevi, se riuscite leggete il libro, prima di entrare in sala. Blake Lively fa un ottimo lavoro e regge il film egregiamente. In queste giornate tanto calde e afose, perché quindi non rifugiarsi in un cinema e guardare una pellicola degna di nota con interpreti eccellenti? Fino ad allora, se volete rimanere aggiornati sulle notizie dal mondo del cinema, degli anime, dei videogiochi e molto altro, unitevi al nostro canale Telegram e continuate a seguirci sul sito Kaleidoverse.
Non è semplice parlare di questo film senza fare spoiler, ma chi ha letto il romanzo saprà senz'altro di cosa si parla. It Ends With Us è un film necessario, è complesso, sorprendente (se non si conosce la storia) e importante. Affronta tematiche non semplici e non scontate. Pecca, forse, di qualche luogo comune qua e là, di leggerezza in certi dialoghi o incontri, che rendono la storia inverosimile, in principio. Tuttavia ha un twist e una tematica che non si possono ignorare e che, in un audience sensibile ed empatico non possono che fare breccia. Non una pellicola perfetta, ma necessaria per tutto ciò che mostra e descrive. Da non perdere.