Continua la carriera da attore di Dave Bautista e questa volta vestirà di nuovo i panni di un agente della CIA. Come nel 2020 con il primo film My spy Bautista sarà affiancato da Chloe Coleman, interprete di Sophie. Alla regia troviamo ancora Peter Segal il quale aveva seguito la produzione e sceneggiatura del capitolo precedente. Avrà fatto centro questa volta? Scopriamolo insieme con questa recensione di My spy – La città eterna. Prima però bisogna fare un refresh del primo capitolo per chi non se lo ricordasse. JJ (Dave Bautista) era in missione e stava spiando la famiglia di Sophie (Chloe Coleman). Lei scoprirà JJ intento a compiere il suo dovere e, al posto di dirlo ai suoi genitori, ricatta l’agente. Sarà lui a doverle insegnare ora come si diventa una spia a tutti gli effetti.
Bautista non è un novellino nel ruolo di attore benché non tutti i personaggi da lui interpretati siano degni di memoria. Quello più ricordato da tutti è senza dubbio Drax ne I guardiani della galassia o il più recente Glossu Harkonnen in Dune. Ma quindi Bautista sa recitare o no? Questa è una domanda la cui risposta è: dipende dal ruolo nel film. Un esempio è proprio quello di questa recensione e vedremo più avanti perché non ha funzionato in My spy – La città eterna. Un discreto successo lo ebbe con il film Netflix Army of the dead di Zack Snyder senza contare titoli immensi come gli ultimi Avengers Infinity War e Endgame. Anche in Blade Runner 2049 non ci è dispiaciuto pur avendo un ruolo di supporto. La domanda quindi rimane la stessa di prima e vi daremo il nostro punto di vista nella recensione.
La trama di My spy – La città eterna
Dopo anni di carriera passati sul campo come agente della CIA sempre in missione, JJ ha finalmente il ruolo d’ufficio tanto desiderato. Le uniche scene d’azione per lui ora sono durante gli allenamenti con l’adolescente Sophie. Un viaggio inaspettato della giovane spia porterà entrambi in un tour in varie città italiane e JJ si offrirà come accompagnatore. A lui spetterà il compito di sorvegliare su Sophie e su Collin (Teaho K), figlio di David Kim (Ken Jeong) capo della CIA e di JJ. Il viaggio in Italia servirà per far conoscere le abilità canore del coro della scuola al Papa in Vaticano. Dopo il loro percorso tra le calle di Venezia e le vie di Firenze arriveranno finalmente a Roma. JJ e Sophie non sanno che presto si ritroveranno immischiati in un complotto per la distruzione della città eterna. Inizia così la caccia all’ideatore del futuro attentato.
Il trio composto da JJ, Sophie e Kim, quest’ultimo coinvolto per via del rapimento del figlio, si destreggerà nei vicoli della città passando per i luoghi chiave che tutti conosciamo. Purtroppo la trama è tutta qui, semplice e senza nessuna inventiva particolare. Un piccolo spunto di sottotrama arriva con i problemi adolescenziali riguardanti Sophie e l’iperprotettivo JJ ma niente di più. Le scene d’azione non mancano con un Bautista sotto tono rispetto a Chloe. La vena umoristica che avrebbe dovuto avere il personaggio di JJ era spenta e priva di qualsiasi forma di divertimento. Anche Ken Jeong, conosciuto per ruoli politicamente scorretti, ha perso il carisma dei suoi personaggi in quest’ultimo film. Le sue battute, presenti ma non pungenti, non hanno mai dato colpi decisivi ai quali eravamo abituati come, ad esempio, in Community. Dave è quindi capace di recitare esclusivamente in ruoli in cui è l’omone forzuto che bastona.
Cosa non ha funzionato nel film
Tralasciando le interpretazioni dei protagonisti le quali non hanno colpa di questo, ciò che non ha funzionato è altro. La trama, come abbiamo detto in precedenza, ha poca struttura e non riesce a intrattenere come dovrebbe. Al contrario le scene d’azione fanno la loro parte dando un bel po’ di movimento al film. Inserire Ken Jeong in un film e non fargli fare il personaggio dallo spiccato black humor lo ha reso uno come tanti. Un vero peccato non usare questa sua caratteristica per cui è molto conosciuto. Dave Bautista inciampa nel proprio personaggio il quale avrebbe dovuto portare la parte comica all’interno del film. Una forzatura un po’ troppo evidente e forse bisognava vertere la scelta del ruolo su un attore più adatto come, ad esempio, il suo ex collega di ring The Rock.
Ci sono poi degli errori per quanto riguarda delle scene. Verso la fine del film, nel pieno del momento clou, il povero JJ è appeso come una carcassa di vitello in una vecchia cascina. A differenza delle solite sequenze in cui viene salvato all’ultimo, in questo momento subirà la sua sorte inerme. Nonostante Bautista sia messo in condizioni di non potersi muovere e addirittura sopravvivere, per qualche motivo poco chiaro e mai specificato il protagonista riesce a salvarsi. Certamente grazie anche all’intervento di Bobbi e della figlia. Successivamente, saranno anche altri i motivi per restare perplessi, come delle ferite magicamente sparite.
Le nostre conclusioni su My spy – La città eterna
La recensione di My spy – La città eterna dice già tutto su ciò che questo prodotto ci ha lasciato, nulla. Si salvano le scene d’azione e la colonna sonora con canzoni italiane le quali creano la visione americana classica dell’Italia ferma agli anni ‘60. Bautista, Coleman e Jeong hanno poche colpe per il semplice motivo per cui loro hanno solo svolto il ruolo assegnatogli. La sceneggiatura e la caratterizzazione avrebbero dovuto fare il grosso del lavoro e così non è stato. Assegnare un ruolo comico a Dave è ancora un errore perché non adatto all’attore, secondo la nostra opinione. La bomba Jeong non è stata nemmeno caricata e fatta esplodere, cosa che avrebbe portato un notevole cambiamento in generale. Il film risulta sufficiente, intrattiene a tratti e poco più senza lasciare un ricordo impresso nella mente dello spettatore.
Noi di Kaleidoverse siamo sempre attivi nella produzione di recensioni e approfondimenti. Le Olimpiadi si stanno avvicinando quindi perché non guardare la mini serie Simone Biles Rising – Verso le olimpiadi? Oppure leggere la recensione della stagione 4 di The Boys o ancora dell’ultimo film di Scamarcio Svaniti nella notte. Per rimanere aggiornati tenete d’occhio il nostro sito e commentate qui su Kaleidoverse per farci sapere la vostra su ciò che recensiamo. Vi aspettiamo numerosi, noi vi ringraziamo per averci letto e alla prossima!
Apprezziamo la voglia di Dave Bautista di voler continuare la propria carriera da attore. Ciò che non comprendiamo è il volergli dare un ruolo comico all'interno dei film. Funziona esclusivamente quando veste i panni di Drax ne I guardiani della galassia perché scritto bene. Questo film mostra purtroppo un personaggio poco azzeccato per l'attore. Se dovessimo considerare solo le scene d'azione è quasi salvabile ma anche lì lo abbiamo trovato poco performante rispetto ad altri prodotti. Tolta questa parentesi su Bautista è anche il resto del film che non ci ha convinti. Una trama priva di mordente, di carattere e di una voglia di lasciare un segno nello spettatore non aiuta di certo a farlo decollare. La presenza di un attore celebre per i suoi ruoli sconvenienti, Ken Jeong, non ha funzionato per via del disinnesco della sua comicità data da battute in stile black humor. Salviamo le performance del trio Bautista, Coleman e Jeong solo per il semplice fatto che il ruolo assegnatogli non se lo sono scritti da solo. Il film poteva avere un impronta molto più decisa, poteva lasciare segni più rilevanti da poter essere ricordato ma senza riuscirci.