L’arrivo dell’estate coincide con la chiusura delle scuole e con la possibilità per i più piccoli di stare a casa a godersi il dolce far niente delle vacanze estive. Sarà questo il motivo che ha spinto Netflix a caricare sulla sua piattaforma L’Accademia di Mr․ Kleks? Il film è un fantasy per ragazzi uscito ufficialmente nel 2023, di produzione polacca, che ha preso il volo verso l’internazionalità, come vi racconta Kaleidoverse in questa recensione in cui di spoiler, va da sé, non ce ne sono.
Diretto da nome Maciej Kawulski (Underdog) e scritto da Krzysztof Gureczny (Unpredictable) e Agnieszka Kruk (Kocham.Enter), l’Accademia di Mr․ Kleks è l’adattamento omonimo del primo romanzo di una trilogia di Jan Brzechwa, pubblicato per la prima volta nel 1946. Nel cast troviamo – tra gli altri – Tomasz Kot (Wyrwa), Antonina Litwiniak (The Woods), Piotr Fronczewski (The Mire), Sebastian Stankiewicz (Where the Devil can’t go, he sends a woman). Diamo adesso un’occhiata alla trama.
L’Accademia di Mr․ Kleks: la trama
Ada (Antonina Litwiniak) è una ragazzina sveglia e concreta che per il suo dodicesimo compleanno riceve un regalo sicuramente fuori dal comune. Intraprendente, concreta e con i piedi per terra, infatti, Ada pianifica ogni sua azione e si porta avanti per non ricevere sorprese, soprattutto perché da quando suo padre è scomparso qualcuno deve pur farlo. Ma parallelamente, in giro per il mondo, un uomo singolare di nome Mateusz (Sebastian Stankiewicz) sta reclutando bambini speciali per un’accademia speciale, quella di Mr․ Kleks. La sua particolarità? Si trova in un’altra dimensione.
All’inizio la ragazzina non ha alcuna intenzione di seguire il bizzarro uomo, ma una conversazione a cuore aperto con sua madre la convince ad accettare, allettata ancor di più dalla promessa di poter scoprire cosa è davvero successo a suo padre anni prima e perché sia scomparso. Inizia così l’avventura di Ada, fatta di magia, fiabe, favole e immaginazione, che la porterà a conoscere lati della sua famiglia che le erano sconosciuti, ad affrontare situazioni pericolose e, cosa più importante, a conoscere sé stessa.
Un mondo fatto di immaginazione
Registicamente parlando L’Accademia di Mr․ Kleks adotta una regia che separa nettamente il mondo reale da quello fantastico nel quale si svolge la gran parte della trama. In entrambi i casi la macchina da presa conserva uno sguardo lucido e nitido che cattura le azioni dei personaggi e dà loro spazio, raccontando non solo la trama ma anche la loro espressività e unicità. Si crea così una connessione più profonda tra schermo e spirito della storia, nella quale l’empatia e l’armonia ricoprono un ruolo centrale. Abbondante è, inoltre, l’uso della CGI, ma senza strafare e creare quell’effetto disagiante che fa girare la testa.
No, l’uso degli effetti speciali, per quanto evidenti e pervasivi, è consapevole e rispecchia, a parere di chi scrive, la volontà di separare – come sopra – la realtà dalla finzione, regalando allo spettatore colori pieni che catturano lo sguardo e atmosfere tanto finte quanto evocative. Per quanto riguarda la sceneggiatura sono stati apportati dei cambiamenti al materiale originale – accade sempre. Quello forse più vistoso è il sesso della protagonista, che nei libri è in realtà un ragazzo, ma per quanto riguarda i singoli attori e le loro interpretazioni non c’è molto da dire, se non che – data la giovane età della maggior parte di loro – c’è sicuramente ancora molto da lavorare.
Ampliare i propri orizzonti restando nel noto
L’Accademia di Mr․ Kleks è, prima di ogni cosa, il percorso evolutivo di Ada che, cresciuta troppo in fretta, deve ritrovare quella parte di sé legata all’immaginazione, ai sogni e alla speranza. Per farlo si muove in un’altra dimensione nella quale sono proprio questi concetti a farla da padrone, ma se analizziamo un po’ più a fondo la trama ci rendiamo conto che in realtà molto di quello che vediamo non è completamente originale. Non può certo esserlo, dato che il mondo dell’Accademia di Mr․ Kleks è quello delle fiabe, ma non si tratta solo di questo.
Molto di quello che il film racconta suona come un “già visto”: un’accademia per bambini speciali situata in un’altra dimensione non è forse simile a ciò che vediamo in Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali? E il misterioso quanto eccentrico preside di suddetta scuola non ricorda un po’ una fusione tra il Willy Wonka di Roald Dahl e il conte Olaf di Lemony Snicket? Si tratta di opere sicuramente posteriori rispetto al romanzo di Brzechwa, ma non possiamo non pensare che, se gli sceneggiatori hanno cambiato qualche dettaglio della pellicola, avrebbero potuto pensare anche a queste analogie che, seppure strizzino l’occhio agli spettatori e li facciano tornare indietro nel tempo, potrebbero correre il rischio di annoiare.
Trucchi nuovi per maghi vecchi?
E dunque anche se non eccelle per originalità L’Accademia di Mr․ Kleks non andrebbe evitata a priori. Il materiale sul quale lavorare è sicuramente tanto, ma vedere un film del genere su Netflix ci ha fatto sorridere, perché rappresenta un passo in più verso l’inclusione di prodotti originali est-europei. La serie TV di The Witcher – seppure di produzione statunitense e con un cast per la maggior parte internazionale e famoso – è riuscita a spostare i riflettori verso una delle tante zone grigie dei media, che non hanno mai considerato i prodotti dell’Est Europa se non alla luce di fenomeni seri, importanti e drammatici – basti pensare al cinema di Andrej Tarkovskij.
Applaudiamo quindi questa scelta e speriamo che il futuro ci riservi altre storie – polacche e non – che possano mostrarci un altro lato del fantasy, che emerge prepotentemente nel film sin dai primi minuti, quando entra in scena Mateusz che, con la sua verve tanto stravagante quanto divertente, cattura la nostra attenzione e ci guida nel corso degli eventi, adocchiando a elementi folkloristici polacchi che, rivestiti di luce nuova, attenuano altre scelte poco originali.
Le nostre conclusioni su L’Accademia di Mr․ Kleks
L’Accademia di Mister Kleks è un film godibile che intratterrà molto volentieri i bambini e i ragazzi che lo sceglieranno. Detto ciò, potrebbe essere enormemente migliore: il film non ha nulla che non vada di per sé, ha dei bei colori, un bel cast, e un’atmosfera perennemente bizzarra e straniante che costituisce uno dei suoi lati vincenti, ma c’è ancora molto su cui lavorare per andare a realizzare un prodotto completamente formato. Ci auguriamo che questo accada in un sequel. Staremo a vedere.
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L’accademia di Mr․ Kleks è un buon fantasy per ragazzi, che attinge a piene mani dalla cultura polacca per raccontare una storia che la travalica e si allaccia al patrimonio umano per eccellenza, quello delle storie. Seguiamo così una trama che, per quanto semplificata e ammodernata per risuonare con l’oggi riesce a conservare al suo interno la centralità dei suoi temi, donando benessere sia agli occhi dello spettatore, che assiste ipnotizzato alla scoperta di un mondo esplicitamente finto e immaginario insieme a un cast di piccole stelle che hanno molta strada da fare. Un elogio va all’interprete di Mr․ Kleks, tanto egocentrico e bizzarro da ricordare un Willy Wonka che ha guardato Una serie di sfortunati eventi. Se, tra le tante storie rievocate, ci fosse stata un po’ più di originalità, la pellicola avrebbe sicuramente spaccato di più, ma c’è sempre posto per rimediare in un sequel, come il finale aperto suggerisce.