Negli ultimi due episodi di Bleach Thousand-Year Blood War abbiamo assistito al ritorno di due personaggi di punta dell’anime, Renji e Rukia, che hanno risfoderato le rispettive Zanpakutō con nuovo spirito combattivo. L’ultimo episodio, in particolare, ha finalmente visto Rukia Kuchiki annunciare il suo Bankai, ma non è solo questo che abbiamo osservato. Al di là dei nostri due beniamini, infatti, negli ultimi episodi si è fatta intravedere sempre più la riorganizzazione della Quarta Divisione, che aveva perso il suo Capitano qualche mese fa in una lotta (letteralmente) all’ultimo sangue.
Perché vi diciamo questo? Perché nel nuovo episodio di Bleach TYBW è nella Quarta Divisione che ci spostiamo. Ma prima di farlo vi ricordiamo che Kaleidoverse si occupa di tenere d’occhio le nuove uscite in campo filmico, seriale, videoludico e animato, quindi seguiteci sui social per restare sempre aggiornati sulle ultime novità e iscrivetevi ai nostri gruppi community (su Facebook e su Telegram) per commentare insieme i nuovi episodi di Bleach e di Cruel Summer. E adesso torniamo a noi: cosa accade tra i feriti del Seireitei?
Bleach Thousand-Year Blood War Recensione: I Am The Edge
L’accento del ventesimo episodio della nuova serie di Bleach cade sul Capitano della Divisione Undici e sul suo Luogotenente. Zaraki Kenpachi e Yachiru Kuzajishi, infatti, si erano separati episodi fa proprio per consentire allo Shinigami dallo sguardo omicida di affrontare Retsu Unohana, il Capitano della Quarta Divisione, in una lotta tanto rivelatrice quanto spietata. La piccola Luogotenente, nel frattempo, si era unita a Isane Kotetsu, il Luogotenente della Quarta Divisione, impegnata a curare i feriti.
Le due sono ancora insieme quando un nuovo Sternritter – quello con la lettera V – irrompe e distrugge l’apparente calma che sta dettando il loro lavoro. Inizia così un nuovo scontro, che presenta al mondo un nuovo Shikai, ma che soprattutto vede tornare Kenpachi, più selvaggio e selvatico che mai. La battaglia che imperversa nel corso dell’episodio è sorprendente e ribalta più volte la situazione tra i due contendenti, portando però l’ago della bilancia verso una strabiliante evoluzione del personaggio. Quale, ovviamente, non ve lo diciamo.
Il confine tra mente e mondo
Zaraki Kenpachi è sempre stato un personaggio molto pragmatico e diretto (anzi, forse è il più pragmatico e diretto dell’intera serie). In fondo, il suo metodo di pensiero è molto semplice: se c’è un ostacolo, questo va abbattuto. Se non ci si riesce, occorre metterci più impegno e forza. Non c’è nulla che non possa essere tagliato, e solo il più forte è in grado di superare tutti gli ostacoli. Nel corso dell’episodio si evince però un cambiamento nel personaggio, anche se solo accennato: una nuova forma di maturità e una riduzione della sua avventatezza.
Questo, ovviamente, non significa che lo scontro che lo vede protagonista non intrattenga, anzi: e forse uno dei motivi per cui lo spettatore osserva con interesse il progredire del conflitto è proprio l’opposizione tra il pragmatismo di Kenpachi – che finalmente può dire di essere l’unico e il solo – e l’immaginazione. O meglio: il perno del conflitto è l’urto tra concreto e mentale; tra mondo e mente. Non possiamo dirvi di più (corriamo il rischio di fare spoiler), ma lo Sternritter che si erge di fronte a Kenpachi stupisce per un potere dalla portata e dal potenziale indefinito, ma che si annichilisce di fronte alla Zanpakutō risvegliata del Capitano.