Dal 16 di questo mese è disponibile su Netflix Tyler Rake 2, pellicola di inaspettato successo prodotta dalla grande N. La prima installazione era una derivazione del genere action riportata in auge dalla saga di John Wick, con scene d’azione ben pensate e soprattutto ben coordinate sapeva intrattenere. Lontano dagli stilemi ed escamotage fantasiosi alla John Wick, ma ancorato a un tipo di azione, sì più reale, ma sempre molto coreografica ed estrema. In questo esplosivo seguito ritonano i vecchi volti con qualche piccola nuova aggiunta.
Oltre a Chris Hemsworth (nei panni di Tyler), ritorna anche la talentuosa Golshifteh Farahan, attrice franco-iraniana, che riprende il ruolo di Nik. Al vecchio cast si aggiungono, in ruoli secondari, il sempre piacevolmente bravo Idris Elba, che come al solito ruba la scena e l’attrice ucraina Olga Kurylenko. Cast più guarnito del precedente capitolo, ma che riesce a dare vita ai suoi personaggi promettendo due ottime ore di intrattenimento. Rispetto al capostipite, Il secondo capitolo sarà riuscito a mantenere le aspettative createsi attorno a questa saga? Le avrà superate portando agli spettatori un seguito superiore al suo predecessore? Svisceriamo il tutto nella recensione di Tyler Rake 2.
Sangue e Famiglia
L’inizio è la fine. Infatti ci viene mostrata la parte finale del primo film dove Tayler viene ferito mortalmente, almeno in apparenza. Si viene a sapere che è sopravvissuto grazie alle cure immediate mobilitate da Nik e Yaz. Non così immediate da impedirgli di finire in coma per svariate settimane. Al suo risveglio – quasi un miracolo – Nik gli intima di capire il perché di questo risveglio e dare un senso più profondo alla sua vita. Ritiratosi sulle Alpi Austriache cerca di riprendersi dalle ferite e vivere una vita pacifica. Cosa purtroppo molto difficile poiché dopo poco tempo viene avvicinato da un uomo misterioso (Idris Elba) che gli propone una nuova missione. La sorella dell’ex moglie di Tyler viene tenuta prigioniera, assieme ai figli, dallo stesso marito di lei, gangster impenitente e crudele. Starà a Tyler e alla sua squadra portarli in salvo.
Al contrario di quanto succedeva nel primo capitolo, il fulcro della trama è molto più personale e intimo. Viene anche dato più spazio alla backstory del protagonista e le sue motivazioni. Ovviamente in questo lungometraggio e come del resto in quasi tutti gli esponenti del genere, la trama è solo un presupposto per l’azione. Azione che in questa pellicola non dà un attimo di respiro. Intensa, frenetica e ben coordinata, più del primo capitolo, sa intrattenere mantenendo alta l’attenzione dello spettatore senza mai lasciare da parte il dolore interiore del protagonista che per tutta la durata del lungometraggio risulta quasi sempre presente. Dimensione intimista che trova il giusto posto verso la fine della pellicola. Narrazione personale che poteva essere sfruttata meglio e in modo più intelligente anziché come semplice intercorso tra una sparatoria e l’altra.
Esplosioni cinematografiche
A dispetto di quanto si possa aspettare da un titolo del genere, il livello tecnico è molto alto. I movimenti di macchina sono virtuosi e ben calibrati. Purtroppo – o per fortuna – dopo 20 minuti dall’inizio della pellicola si schiude una delle sequenze di azione meglio riuscite degli ultimi dieci anni. Un enorme piano sequenza – di 22 minuti – che alza fin da subito l’asticella qualitativa della pellicola e mette subito in luce le abilità di Hargrave come Filmaker. Questo gigantesco piano sequenza risulta essere il più grande pregio e al contempo il più grande difetto del film. Ciò che aspetta lo spettatore dopo il primo terzo della pellicola risulta sottotono, poiché tutto sarà in misura minore, non per qualità quanto per minor memorabilità.
I confronti corpo a corpo, come per gli scontri a fuoco, sono estremamente ben coordinati. Al pari delle coreografie nella saga di John Wick. L’azione risulta sempre pulita, leggibile e mai schiava di movimenti di macchina frenetici e/o confusionari ma che al contrario la accompagnano e la assecondano come un fedele complice. Come e più del primo capitolo nulla è lasciato all’immaginazione – non per nulla ha una catalogazione R Rated – ogni colpo, ogni taglio fa sgorgare sangue, si vede sui corpi di chi li subisce e vengono traslati in pura e cruda violenza visiva. Purtroppo non tutto è da elogiare nella pellicola: la CGI è pessima, cosa che porta troppo spesso a far sfumare la sospensione dell’incredulità in una vampata di fumo. Inoltre, per quanto la componente emotiva cerchi sempre la sua dimensione nella pellicola, non riesce a trovarla nello spettatore. Difficilmente ci si trova durante la visione a empatizzare per la famiglia di Rake.
Le nostre conclusioni su Tyler Rake 2
Tyler Rake 2 si conferma come il suo predecessore un più che ottimo action movie. Tenta di dare uno sguardo più intimistico al protagonista ma che alla fine risulta solo un vano tentativo. La pellicola è in cerca dell’empatia dello spettatore ma l’intenzione non va mai a segno, lasciando solo qualcosa di inconcludente dietro di sé. La visione è animata e mandata avanti dalla spettacolarizzazione dell’azione e di come essa si svolge. Questo lungometraggio è uno dei pochi esempi di pellicola in cui l’eccesso di bravura inficia la totale fruizione e l’appagamento dello spettatore. Il piano sequenza iniziale alza troppo le aspettative dello spettatore che puntualmente non vengono soddisfatte, non per mancanza di idee o azione ma perché sono troppo alte.
Purtroppo la visione è inficiata anche dalla pessima implementazione della CGI che risulta pessima e mal eseguita. A fronte dell’enorme budget stanziato per queste produzioni Netflix spesso ci si interroga su come mai non si riesca ad avere una effettistica convincente e organica, soprattutto quando ci si trova davanti a una direzione e una messa in scena ottime. Voi l’avete visto? Vi sta piacendo l’andamento della saga? Attendete un seguito? Fatecelo sapere nei commenti. Come sempre, vi invitiamo a leggerci su Kaleidoverse e a seguirci sulle nostre pagine social, dove pubblichiamo sempre contenuti. Se volete condividere con noi suggerimenti, consigli su nuovi film da vedere (ma anche anime, serie TV e videogiochi) o soltanto discutere delle ultime notizie, ci trovate sui nostri gruppi community, su Facebook e Telegram.
Ci si trova davanti a un ottima riconferma. Dove più del primo la spettacolarizzazione e l’azione sono la trave portante per tutta la sua durata. Da elogiare sono anche il lavoro attoriale soprattutto di Golshifteh Farahani. Anche se alla sua seconda prova dietro la cinepresa Sam Hargrave si dimostra più che un mestierante in particolare da elogiare è il lungo piano sequenza che si trova a poco meno di mezz’ora dall’inizio del film. Per quanto carente in alcune sezioni cruciali, come la CGI pessima, o l’incrementare troppo le aspettative del pubblico i pregi del lungometraggio superano di gran lunga dei suoi difetti, soprattutto per un action movie. La visione è decisamente consigliata, soprattutto ai fan di John Wick o del primo capitolo.