Come per il primo film, Enola Holmes 2 è il tipo di storia che avrei voluto mi mostrassero durante la mia adolescenza. Ancora una volta Millie Bobby Brown, accompagnata da un cast d’eccellenza, ci ha donato uno show entusiasmante. Mistero, ironia e femminismo si uniscono in un altro capitolo della nostra, ormai preferita, Holmes. Raramente si sente dire che un sequel batte il primo film, eppure questo secondo capitolo è un continuo impeccabile capace di mostrare anche una crescita dei personaggi a cui già ci eravamo affezionati. Enola Holmes è basato sul romanzo The Enola Holmes Mysteries di Nancy Springer, ma il sequel, a differenza del suo predecessore, non è un adattamento di uno dei romanzi. Adesso, approfondiamo l’analisi di Enola Holmes 2 in questa recensione.
La storia ricomincia da Enola che mette in piedi la sua agenzia investigativa e prova con tutte le sue forze a farla funzionare. Ancora giovane, la vediamo scontrarsi con la realtà di una società non disposta a darle una possibilità. Finché l’occasione non si presenta data da una bambina povera in cerca della sorella scomparsa. Come se la caverà in questa nuova avventura? Un film coinvolgente che gioca anche un po’ sulla nostalgia delle imprese, ormai universalmente note, di Sherlock Holmes. Una rivisitazione da un punto di vista giovane, femminile e femminista che dona intrattenimento ai più piccoli e anche spunti di riflessione ai più grandi.
Che il gioco abbia inizio (Enola Holmes colpisce ancora)
In termini di continuità, il sequel di Enola Holmes è stato pensato in tutte le sue forme. Non solo la storia riprende da dove si era interrotta, ma ci mostra anche la crescita dei personaggi e li accompagna attraverso temi già affrontati, ma anche nuovi. Nella narrazione, sono riusciti a inserire più riferimenti a Sherlock Holmes rispetto al primo film. Ci troviamo più o meno con lo stesso formato, flusso, e ritmo emozionante del primo, e anche di più. Enola si ritrova a far fronte a una società indisposta verso l’emancipazione di una donna giovane, dando maggior credito al lavoro del fratello. Inoltre, il film vuole affrontare temi di classe e di opportunità, portando la protagonista ad aiutare una piccola fiammiferaia (Serrana Su-Ling Bliss). Vediamo l’investigatrice venire a contatto con una realtà che le è lontana e, infatti, all’inizio la vediamo spaesata anche solo per le grandezze ridotte a una sola stanza della casa di Bessie.
Nonostante sia ancora un’adolescente, è stata cresciuta dalla madre (Helena Bonham Carter) come una giovane donna forte e indipendente, ma nel corso del film capirà l’importanza di chiedere aiuto a chi le è vicino. Per essere indipendenti, non bisogna per forza stare da soli. Enola riesce anche a esprimere la sua vulnerabilità soprattutto quando si parla di sentimenti. Queste sono lezioni che persino il fratello, molto più adulto, Sherlock Holmes imparerà. Infatti, nel seque, la protagonista non è l’unica a cambiare e a imparare. Persino Tewkesbury ed Eudoria Holmes mostrano una loro crescita, anche se si percepisce di meno.
Rottura della quarta parete e world-building
In Enola Holmes 2, troviamo lo stesso format che ci viene proposto nel primo film. La tecnica dietro la storia riesce, ancora una volta, a rendere il film divertente e coinvolgente. Le interruzioni del ritmo della storia date dalla rottura della quarta parete da parte di Enola, possono sembrare sopravvalutate e scontate. Eppure, questo espediente ci mostra il suo massimo potenziale proprio nei momenti in cui la protagonista rompe la quarta parete con solo uno sguardo, senza avere bisogno di dire nulla. Una sottile sfumatura capace di aggiungere ulteriore fascino alla narrazione. In generale la trama ha un ritmo più diretto e veloce, fattore che permette di mantenere alta l’attenzione. Anche se alcuni momenti sembrano forzati, risultano necessari per quando poi si uniscono tutti i punti alla fine.
Il film ha la capacità di mantenere alte le emozioni e questo lo vediamo principalmente nel modo in cui la storia viene presentata. C’è un approccio diverso a tutto l’insieme, pur riuscendo a inserire gli elementi che già abbiamo imparato a conoscere e ad amare, non solo dal franchise di Enola Holmes, ma soprattutto per il mondo di Sherlock Holmes stesso. C’è un’espansione e revisione dell’universo di Sherlock Holmes, la quale potrebbe non adattarsi ai gusti di tutti (specialmente per gli appassionati della letteratura di Arthur Conan Doyle.) Enola Holmes ha portato questa visione con un nuovo approccio creativo. Infatti, il world-building è spettacolare, in quanto combina la creatività alla storia di Sherlock Holmes che già conosciamo, per produrre nuovi personaggi e parametri per il racconto.
Parlare in emozioni in Enola Holmes 2
Uno dei più grandi miglioramenti con questo sequel è la capacità di creare situazioni molto emotive, il che è stato abbastanza sorprendente, data la mancanza di tali momenti nel primo film. Il primo film si concentra sull’atmosfera divertente, eccentrica, carina e quasi infantile. In questo caso ci troviamo con un’atmosfera leggermente diversa che, in diversi momenti, ha un effetto estremamente potente. In alcune scene la carica emotiva equivale a un pugno in pancia, effetto che può essere attribuito al cast del film. Come nei momenti scalda cuore, per esempio la scena tra Enola e sua madre, qui Millie Bobbie Brown e Helena Bonham-Carter colpiscono perfettamente. Nel complesso Brown ha mostrato un lato più serio in questo sequel rispetto al primo film, riuscendo anche a mostrare la sua crescita come attrice grazie a una migliore caratterizzazione.
Verso le ultime parti del film l’atmosfera diventa molto più seria e pesante. Fattore che potrebbe cogliere gli spettatori di sorpresa, ma perfettamente calzante con i temi trattati. Un potente momento, anche se breve, necessario in Enola Holmes 2 per cambiare il tono del lungometraggio e far risuonare argomenti importanti, distaccandoli dalla cornice ironica nella quale è racchiuso il film. Inoltre, una performance che potrebbe non convincere, ma ben funzionante nell’universo di Enola Holmes, è quella di Henry Cavill (Sherlock). In questi film, il personaggio che abbiamo conosciuto con aspetti e atteggiamenti diversi, sembra mancare dell’eccentricità e l’intelligenza a cui eravamo abituati. Eppure, sono caratteristiche presenti di sottofondo e non abbiamo avuto modo di vederle appieno, perché il film è principalmente incentrato sulla sorella.
Le nostre conclusioni su Enola Holmes 2
Enola Holmes 2 porta molti miglioramenti rispetto al primo. In un certo qual modo ci dimostra il perché ha senso fare i sequel. Porta continuità, ma allo stesso tempo cambiamento, ed è questo ciò che affascina e interessa. È stato bello vedere la crescita non solo dei personaggi, ma anche degli attori con loro, vedendo maggiore consapevolezza nella caratterizzazione. La continuità la troviamo anche nei temi trattati, ma con un allargamento di prospettive che porta sia molti spunti di riflessione, sia grandi emozioni. Per noi, è un film per il quale vale la visione: non è noioso, ma allo stesso tempo serio. Voi cosa pensate di Enola Holmes 2 e di quanto detto in questa recensione? Se volete rimanere aggiornati sulle notizie dal mondo del cinema, degli anime, dei manga, dei videogiochi e molto altro, unitevi al nostro canale Telegram e continuate a seguirci sui nostri canali social Instagram, Facebook e TikTok e seguiteci su Kaleidoverse e sul nostro canale YouTube.
Enola Holmes 2 è un film che può essere visto da un pubblico giovane, ma anche da uno più adulto. Con il suo solito stile divertente, con un ritmo veloce, interrotto solo, ogni tanto, da Millie Bobbie Brown, il lungometraggio ci regala forti emozioni. In questa cornice di ironia e mistero vengono messi in risalto temi femministi e di classe, che ampliano le prospettive che già avevamo affrontato nel primo film. La trama è ricca, ma rimane coerente e comunque coinvolgente, e gioca con la nostalgia rivisitando con una nuova creatività la narrativa di Sherlock Holmes. La crescita dei personaggi e l'interpretazione degli attori sono un ulteriore punto a favore del sequel. Enola Holmes 2 ci dimostra davvero perché i sequel hanno senso.