Torna Ferzan Ozpetek, regista di La Dea Fortuna, Mine Vaganti e numerose altre opere, con il remake del suo classico Le fate Ignoranti, nella veste di prima serie originale Disney+ italiana. Il regista si apre al mercato internazionale serializzando uno dei capisaldi della sua cinematografia, in un progetto che vedrà la luce il 13 aprile, per un totale di otto episodi, ovviamente sulla piattaforma Disney+. Tra amore, risate, attualità e paragoni con il passato, la conferenza stampa tenutasi a Roma, con protagonisti gran parte del cast e del comparto tecnico, ha sviscerato alcune tematiche importanti per quello che è un progetto rilevante per l’identità del cinema italiano all’estero e, anticipando la nostra recensione, sembra di essere in buone mani.
Grandi assenti Luca Argentero e Paola Minaccioni, rispettivamente Massimo e Luisella, con quest’ultima che ha salutato la platea tramite un videomessaggio. Le Fate Ignoranti – la serie riprende a piene mani la trama dell’opera originale, seppure con “Qualche attacco di cambiare le cose” da parte del regista: Massimo (Luca Argentero) è un imprenditore sposato con Antonia (Cristiana Capotondi) e amante di Michele (Eduardo Scarpetta) che per un grave incidente perde la vita. Quando Antonia scoprirà il tradimento, inizierà una nuova storia, un legame, tra lei, Michele e il gruppo delle fate ignoranti.
La conferenza stampa de Le Fate Ignoranti – la serie
“È la prima volta che mi affaccio in questo modo a un’opera. Essendo io molto provinciale in questo, penso sempre all’uscita in Italia, ed è questa una delle difficoltà che abbiamo riscontrato” – Così risponde Ozpetek a una domanda sulle difficoltà nella serializzazione del suo film, riferendosi in particolar modo all’ampliare le proprie vedute verso spettatori globali: “Poi, essendo mezzo alzheimer tutti quanti, era difficile ricordare chi e quando qualcuno dicesse una battuta, però, posso dire che in tutto questo, la Disney è stata fantastica. Hanno grande rispetto dell’autore.” conclude il regista.
Sempre sulla stessa domanda dona il suo contributo lo sceneggiatore Gianni Romoli:“Il film è di 20 anni fa e nel frattempo è diventato un cult, un classico, e come quando a teatro rifanno un grande classico, lo si reinterpreta e lo si vive in modo diverso. La serializzazione permette di mantenere il nucleo centrale della storia ma anche di spaziare nelle vicende degli altri personaggi e trasformarli da coro a co-protagonisti. E poi, un’altra cosa fondamentale, Le Fate vent’anni fa erano nel mezzo di un desiderio di scoprire un mondo nuovo, la gente era pronta ad accogliere la diversità, introdotta in un mondo ai tempi considerato diverso, mentre invece ad oggi è un mondo di uguali. Per questo motivo vengono ampliati i punti di vista, da una sola donna, a gruppo. Mentre negli anni duemila c’era una voglia di aprirsi, vent’anni dopo invece c’è molta più chiusura e oppressione, e il gruppo diventa un gruppo di resistenza.
Diversità e inclusione
Il tema della diversità e dell’inclusione saranno sempre più centrali andando avanti in questa conferenza, e infatti, interrogato su una maggiore o minore libertà della società che ci circonda rispetto ai tempi del film, Ozpetek risponde: “Le Torri Gemelle hanno cambiato il mondo, oggi ci sono situazioni che vent’anni fa non c’erano. Ai tempi, prima della caduta delle Torri, ho fatto il film con grande gioia, ad oggi si sente più chiusura. Però questa chiusura non c’è tra i giovanissimi ad esempio“, e ricorda un aneddoto della sua nipotina e della sua spensieratezza e purezza nell’affermare: “Ma loro sono felici [rivolto al rapporto personale del regista]? Se sono felici allora perché stiamo qui a discutere?”.
Sull’annuncio di Disney e dei nuovi standard di inclusione (almeno il 50% di culture sotto rappresentate nei loro contenuti entro la fine dell’anno) e sull’efficacia della loro applicazione nel mercato italiano, Ozpetek riporta tutto, finalmente, ad una visione umana: “Nella serie non ci sono solo ‘comunità LGBTQIA+’ ma persone. Parlando con la Disney abbiamo fatto un discorso di ‘fluidità delle cose‘, parlare dell’uomo e dell’amore in generale. Noi tutti apparteniamo all’umanità. Quando mi fecero una domanda sulla continua presenza dell’argomento dell’omosessualità nei miei film risposi – io non metto l’argomento dell’omosessualità, sono gli altri che lo tolgono –“.
Nuove leve e grandi ritorni
“La cosa bellissima di lavorare con Ferzan, Gianni e Disney è stata la creazione di una sceneggiatura viva, che riflette la vita, che non toglie nulla, semplicemente racconta. Il personaggio di Antonia è più furbo rispetto a quello del film, abbiamo aggiunto anche elementi del mio temperamento“, spiega Cristiana Capotondi, a cui si allaccia immediatamente il regista turco: “Non è che l’attore deve entrare nel personaggio, è il personaggio che deve entrare nell’attore, questo è il mio metodo“.
Serra Yilmaz, che ritorna nel ruolo omonimo di amministratrice del gruppo delle fate, spiega il suo iniziale timore verso la ripresa di un’opera così significativa: “Ero un po’ quella più scettica all’inizio, perché Le Fate Ignoranti era un film davvero amato, ma Ferzan riesce sempre a tirar fuori qualcosa di nuovo da qualsiasi cosa tocchi, perciò faccio affidamento a lui. Sono passati vent’anni, e mentre nel film arrivava mio fratello, adesso c’è mio nipote” e conclude così il discorso in mezzo alle risate del pubblico in sala seguita dal video-ringraziamento di Paola Minaccioni che fa da chiudi-fila anche per la conferenza. In attesa dell’uscita della serie, continuate a seguire Kaleidoverse in ogni sua forma: Youtube, Instagram, Facebook e Telegram.