Nella vita tutti commettiamo degli errori, che possono andare dal dimenticarsi di salare l’acqua della pasta a prendere delle decisioni capaci di rovinarci l’esistenza per sempre. In un istante tutto può cambiare, in meglio o in peggio, ed è questo il fulcro principale di Looop Lapeta, il nuovo film Netflix di produzione indiana in uscita sulla piattaforma il 4 febbraio 2022. Negli ultimi anni l’azienda statunitense sta inserendo sempre più titoli internazionali, portando varietà nel catalogo e facendo scoprire al pubblico mondiale e soprattutto occidentale nuovi orizzonti; tutti ricordano il successo della serie coreana Squid Game, ma questa pellicola di Sony Pictures Film India rappresenterà un’altra gemma da non perdere? Ve lo spiegheremo in questa recensione priva di spoiler.
Il loop terminabile di Looop Lapeta
Già dal titolo è impossibile non essere incuriositi da Looop Lapeta, che si presenta come un film di genere thriller, adattamento della pellicola tedesca Run Lola Run del 1998. Fin dalla prima scena però è palese come l‘opera sia tutto fuorché un thriller: l’umorismo permea ogni aspetto, dalle colonne sonore agli effetti speciali ai dialoghi. La storia è incentrata su Savi, un’ex atleta che nel giorno del suo compleanno, mentre lavora, riceve una telefonata dal fidanzato Satya, il quale si trova in una situazione alquanto spiacevole. Il ragazzo, che ha il vizio di giocare al casinò nella speranza che la sua vita possa cambiare in un giorno, ha perso tutto ciò che aveva, e si ritrova a dover guadagnare 5 milioni di rupe indiane in 50 minuti, pena la morte.
Savi, la quale è la parte intelligente della coppia, si attiva subito per trovare un modo per racimolare la cifra necessaria, corrispondente a circa 58 mila euro, per poter salvare il fidanzato. Non tutto va però come sperato, e la ragazza si ritroverà in un loop temporale in cui l’unica via di uscita è la riuscita del suo piano. Nel corso della narrazione si inseriranno via via svariati personaggi, che uniranno le loro storie a quella dei protagonisti, per poi concludersi tutte nel finale, che arriverà dopo ben 131 minuti. Nonostante Looop Lapeta sia alquanto lungo, vi assicuriamo che non vi annoierete nemmeno un secondo, dato che la pellicola è veramente dinamica e non è presente nemmeno un minuto morto – d’altronde hanno solo 50 minuti per salvarsi, no? -.
Un Deadpool indiano?
A fare da cornice alla narrazione movimentata vi sono le colonne sonore, allegre e ritmate, che nel corso di tutto il film vi accompagneranno, portandovi addirittura a canticchiarle e, perché no, aggiungerle alla vostra playlist di Spotify. Oltre a queste vi sono gli effetti speciali, sia visivi che sonori, i quali sono stati usati anche fin troppo, arrivando quasi a distorcere e oscurare completamente la credibilità dell’opera; ovviamente l’intento del regista era quello di creare un prodotto di stampo fortemente comico, come citato poc’anzi, ma questa linea viene calcata fin troppo, risultando in un insieme di “woosh” e “swish” che rovinano alcune delle scene più intense della pellicola. Se tralasciamo questo dettaglio però l’effetto “fumetto” rende Looop Lapeta un prodotto decisamente originale e diverso dalle opere comiche a cui siamo abituati, andando più sulla scia di titoli come Deadpool, dove l’azione viene unita alle risate.
Senza dubbio però l’aspetto meglio riuscito di Looop Lapeta è la regia, che fin dalla prima scena si presenta incredibilmente ben eseguita e originale, con transizioni omogenee e riprese movimentate, le quali riescono a coinvolgere lo spettatore e a trasportarlo nella cittadina indiana dove ha luogo la vicenda. Nonostante la varietà di ambientazioni sia limitata, dato che vediamo sempre gli stessi posti per ogni loop, questi non annoiano, e ogni scena è differente da quella precedente, dandoci un senso di familiarità ma allo stesso tempo generando curiosità nello scoprire cosa accadrà nel tentativo in corso. Questo perché le storie dei personaggi secondari, come del tassista Jacob o del padre di Savi, vengono raccontate un pezzetto per volta, costruendo man mano il puzzle che verrà chiuso solo con la fine della narrazione.
C’è del potenziale, ma non si applica
Ci è infatti dispiaciuto che queste storie occupino solo un posto marginale nella pellicola, dato che inseriscono dei temi davvero interessanti che avrebbe valso la pena esplorare; troviamo infatti il conflitto tra l’amore vero ma in povertà e il matrimonio combinato con un uomo ricco ma senza sentimento, rappresentato nella storia tra Jacob e Julia, e il rapporto conflittuale tra Savi e il padre, il quale, dopo la morte della moglie, si è risposato con un uomo. Sono assunti che avrebbero potuto donare un po’ di profondità alla pellicola, che invece si ferma alla comicità, senza osare entrare troppo in altri argomenti che invece sarebbero stati un valore aggiunto. D’altra parte, la storia dei protagonisti in sé non viene molto esplorata: sappiamo solo come si sono conosciuti, e ci vengono forniti dei brevi flashback su alcune loro conversazioni, ma la pellicola si incentra quasi esclusivamente sulla loro missione di guadagnare 5 milioni di rupe, nella quale i due sono divisi, e il ruolo più importante spetta a Savi, la quale è la vera protagonista ed eroina del film.
Savi, interpretata da Taapsee Pannu, rappresenta una donna forte, determinata e intelligente. La ragazza ha dedicato la sua vita intera alla corsa e quando, a seguito di un infortunio, non può più svolgere la sua professione, il mondo le crolla addosso; è in quel momento che conosce Satya, che le farà dare un’altra possibilità a se stessa e stravolgendo totalmente il suo mondo. La ragazza non è romantica, non crede nell’amore e tanto meno nei miracoli: a differenza del fidanzato, per il quale l’esistenza può cambiare in una sola giornata, per lei il destino è già stata scritto, e solo il duro lavoro e il sacrificio possono garantire la sopravvivenza. Nel corso del film questa sua visione pessimistica cambierà, e si può notare un progressivo sviluppo del personaggio, che alla fine sarà totalmente differente dal principio, nonostante in realtà siano passati davvero solo 50 minuti. Se all’inizio infatti pensa solo a correre, con il passare dei tentativi si redime da tutti gli sbagli che ha commesso strada facendo, convincendosi del fatto che non solo la vita può cambiare in un giorno, ma che basta molto, molto meno. Infine, prima di passare alle nostre conclusioni su Looop Lapeta, vi invitiamo a iscrivervi al nostro canale Telegram e a seguirci su Kaleidoverse qualora questa recensione sia stata di vostro gradimento.
Riassumendo, Looop Lapeta è una piacevole sorpresa nell'ormai monotono catalogo Netflix: il film di produzione indiana, permeato in ogni aspetto da una comicità leggera portata avanti non solo dalle interpretazioni degli attori, ma anche da effetti speciali sonori e visivi che generano un effetto fumetto. La storia di Savi e Satya riesce a coinvolgere lo spettatore, non annoiando mai nei 130 minuti di narrazione, ma anzi generando curiosità nello scoprire cosa succederà nel loop temporale successivo; questo è stato reso possibile non solo grazie a una regia dinamica, ma anche dall'inserimento di storie secondarie, che, seppur non vengano approfondite a sufficienza, donano più sfaccettature all'opera. Insomma, vi consigliamo questa pellicola se volete vedere qualcosa di diverso, farvi due risate e magari scoprire un po' di più sulla cultura indiana.