Il calcio, noto anche come Soccer negli Stati Uniti, è lo sport più popolare al mondo, attraverso campionati nazionali presenti in quasi tutti i paesi e tornei internazionali che dominano gli schermi TV a livello globale. Di tanto in tanto arriva un giocatore che trascende le proprie capacità in campo andando oltre lo sport stesso, per diventare una superstar globale. Neymar Jr. è una di queste persone, qualcuno che è conosciuto da chiunque comprenda anche solo l’ABC del mondo sportivo, pur essendo anche una celebrità a pieno titolo con alcuni cameo in un buon numero di film. Neymar: The Perfect Chaos è una docu-serie originale Netflix che cerca di raccontare proprio ciò che si cela alle spalle della superstar che oggi il giocatore rappresenta; il tutto è diretto da David Charles Rodrigues e prodotto da LeBron James e Maverick Carter. Si parte fin dagli albori del ragazzo prodigio brasiliano, analizzando i primi passi nel suo club d’infanzia, giungendo fino alla corsa nella Champions League 2020 con il Paris Saint-Germain FC, cercando di comprimere questo ammontare di informazioni in tre episodi.
L’equilibrio tra Maradona e Madonna
Essendo un amante di lunga data del bel gioco, ho visto il calcio produrre nel corso degli anni un gruppo non troppo folto di giocatori molto eclettici ed eccentrici. Tuttavia, il successo genera fama, che per alcuni può essere una gigantesca trappola dalla quale non c’è ritorno. In pochi riescono a trovare quell’equilibrio armonioso per riuscire a essere allo stesso tempo Maradona e Madonna, ed è qui che Neymar: The Perfect Chaos riesce a racchiudersi il suo spazio nel mondo, enfatizzando l’ascesa di Neymar verso lo status iconico che lo contraddistingue ai giorni nostri. La storia, dal prevedibile tratto biografico, bilancia filmati provenienti dal suo passato con altri in cui cerca di dividere la propria esistenza tra fama, famiglia e calcio. Come con qualsiasi documentario sportivo, abbiamo un’abbondanza di testimonianze che parlano a nome del campione, le quali tendono verso il racconto dei momenti più famosi delle partite in cui sono stati coinvolti o forniscono la visione dei sentimenti, celati dietro le quinte di determinati periodi di tempo.
Neymar da giocatore è stato spesso oggetto di molte discussioni nel mondo del calcio. Fin dall’ascesa alla celebrità, passando per le leggendarie annate a Barcellona, cadendo lontano dai suoi compagni nella schiacciante sconfitta del Brasile contro la Germania nella Coppa del Mondo 2014 in casa sua. Potremmo ricordare anche, però, quanto sia stato determinante nella splendida partita degli ottavi di finale di Champions League tra il Barcellona e, ironicamente, il PSG, e quindi proprio del suo trasferimento a Parigi per 263.000.000$, portando la squadra della Capitale francese a un passo dalla coppa ma servirebbe a poco, lo sapete già. È il prototipo di calciatore eccitante ed elettrizzante che, quando in forma, produce magia sul campo sbaragliando qualunque avversario gli si pari davanti. Le aspettative sono alte per le superstar, tuttavia, e c’è di più in un giocatore oltre al mero campo di gioco, poiché Neymar: The Perfect Chaos ci permette di spiare nella vita personale del campione, finora poco nota.
L’insormontabile pressione nascosta
La serie si apre con un’introduzione del giocatore, che chiaramente vuole raccontare la versione della storia sulla sua vita, chiedendo ai realizzatori di mostrare tutte le pubblicazioni sui media e i video dei fan che lo chiamano o diva o mostro. Il focus principale dell’episodio si basa però su Neymar Jr. da bambino e sulle tante barriere che il giovane brasiliano ha dovuto superare. È risorto dai bassifondi del Brasile per giocare per il suo club d’infanzia, guidando infine la sua squadra, il Santos, a una stagione ricca di trofei che il club e i suoi tifosi non vivevano da 48 anni. In effetti, l’ultima volta che la squadra era riuscita a trionfare in questo modo così schiacciante fu proprio durante il mandato del grande Pelé. Insomma, non proprio Keirrison o Ricardo Oliveira.
Il documentario copre molte questioni personali, in particolare la pressione immane che un giocatore così giovane deve sopportare per essere all’altezza del prezzo che gli è stato imposto e dei riflettori dei media. A un certo punto, nei suoi primi anni al Barcellona, Neymar ammette di essere scoppiato in lacrime negli spogliatoi a causa di tutto ciò, dovendo essere consolato e incoraggiato da Messi. Più avanti si percepisce dalla sua espressione come abbia dovuto sostenere il peso insormontabile di una nazione intera, carica di aspettative per i Mondiali del 2014 casalinghi, dal quale ne ha ottenuto solo un infortunio devastante, capace quasi di porre fine alla sua carriera.
Il racconto dei drammi e delle gioie in Neymar: The Perfect Chaos
Mentre la serie cerca un equilibrio onesto tra i, pochi, picchi in negativo della carriera di Neymar, fa anche un ottimo lavoro nel promuovere gli alti. Durante il secondo episodio, intitolato “The Comeback”, ho avuto modo di rivivere due partite che da appassionato ricorderò per tutta la vita. In primo luogo, il calciatore parla del peso insopportabile del Mondiale brasiliano, nel quale la sua squadra è poi stata umiliata in semifinale per 7-1 dalla Germania. È stata una sequenza brillante di filmati perché Neymar: The Perfect Chaos non solo mette in evidenza l’importanza culturale del calcio per il paese sudamericano, ma ha anche coperto le vere disparità economiche prodotte dall’ospitare un torneo come questo; diciamo che mentre l’enorme popolazione era ed è costretta a vivere nello squallore la FIFA raccoglieva tutti i vantaggi possibili, tra manodopera a prezzo infimo e immagini distopiche della realtà di uno Stato con più ombre che luci.
In contrasto a un momento schiacciante come questo, abbiamo modo di ammirare il talento assoluto di un Neymar che continua ad aiutare la sua nazionale, portandola a vincere il primo oro olimpico della sua storia. Ma oltre a questo, racconta una stagione al Barcellona in cui tre giocatori sono entrati in una squadra al top della loro carriera, producendo una stagione di Calcio (volutamente con la c maiuscola) diversa dalle altre; stiamo parlando, ovviamente, della MSN, composta da Lionel Messi, il nostro protagonista, e Luìs Suárez. Quel Barcellona vinse sì la coppa dalle grandi orecchie nel 2015, però il vero momento di gloria eterna credo sia stato toccato in una serata di fine inverno, nel quale si trovò a dover riemergere da delle ceneri talmente fitte che nessuno ci era mai riuscito. Durante gli ottavi di finale il club aveva subito una sconfitta per 4-0 contro il PSG nella gara di andata. Il secondo episodio di Neymar: The Perfect Chaos ha dunque catturato la dicotomia del calcio più pura attraverso il famoso 6-1 inflitto da parte dei blaugrana ai parigini: in un istante puoi passare improvvisamente dal brivido inebriante dato dalla celebrazione di vittorie, allo sconforto causato da un successo scivolato dalle proprie mani, a pochi secondi dal termine. Noi vi ringraziamo per l’attenzione, rimandandovi a Kaleidoverse e al nostro canale Telegram per rimanere sempre aggiornati su film, serie TV, videogiochi e molto altro ancora.
Un dettaglio che mi ha infastidito è stata l'eccessiva esplorazione della relazione tra Neymar Sr. e Jr., poiché la serie si sofferma troppo su come il primo abbia creato un'attività progettata esclusivamente all'ottimizzazione del marchio del giocatore, senza entrare a gamba tesa su come ciò abbia pesato nella dinamica della relazione padre/figlio. L'onere di questo, per me non da poco, dettaglio viene dunque lasciato a qualche battuta espressa dal genitore, il quale sembra più dover giustificare l'esistenza del suo giocattolo costruito sulle spalle del ragazzo, che interessato a trattare argomenti sul loro rapporto. Ciò che è chiaro in Neymar: The Perfect Chaos è che quest'uomo, questa leggenda, è stato in prima linea nel calcio moderno fin dalla tenera età, elevandosi al di sopra di questo sport per creare un marchio immediatamente riconoscibile. I fan di opere come The Last Dance, del calcio in generale o della sola celebrità troveranno in questa docu-serie un punto di incontro, con un prodotto capace di aprire il sipario sull'uomo che si nasconde al di sotto del calciatore. Una corsa vorticosa, a tratti davvero inebriante, che cattura la forza elementare di un giocatore davvero iconico.