Per celebrare correttamente l’inizio del nuovo anno, ho pensato di trattare un’opera estremamente coinvolgente e profonda, capace di suscitare interesse anche in chi non è molto affine al mondo dei BL. L’argomento di oggi è Given, shōnen’ai scritto e illustrato da Natsuki Kizu. Il fumetto è ancora in corso e conta 43 capitoli, i quali sono stati raccolti e pubblicati dalla casa editrice Shinshokan, giunti anche in Italia grazie a Flashbook dal 2017. I disegni dell’autore sono delicati ma al contempo definiti, caratterizzati da linee molto sottili. Particolare enfasi è posta sulla mimica dei personaggi e sull’utilizzo di specifici sfondi, capaci di accentuare l’impatto emotivo nel lettore.
Dal manga sono nate diverse trasposizioni: un audio drama trasmesso dal 2016, un anime costituito da 11 episodi andati in onda dall’11 luglio al 19 settembre 2019, un film sequel (febbraio 2021) e un OVA intitolato Given: Uragawa no Sonzai del 2021 che si focalizza su avvenimenti paralleli agli eventi narrati nella pellicola. Gli adattamenti animati seguono fedelmente la storia originale e coprono fino al trentesimo capitolo. Non solo mantengono il già alto livello del fumetto ma lo arricchiscono, in particolare grazie alle performance musicali composte ed eseguite da Centimillimental.
La melodia che si propaga nel cuore
La trama di Given si sviluppa fra banchi di scuola e sale musicali. Durante una pausa pranzo come le altre, il liceale Ritsuka Uenoyama, si reca nel suo luogo segreto per schiacciare un pisolino, ma qualcun altro prima di lui è giunto su quelle scale e sonnecchia abbracciando devotamente una chitarra. Il giovane Mafuyu Sato, avvertendo la presenza di qualcheduno, si sveglia a fa posto al nuovo arrivato. Una volta giunto al suo fianco, Uenoyama nota che le corde di quella Gibson sono rotte, domanda quindi perché non fosse stata riparata. A quelle parole Sato resta sbalordito, in quanto era convinto che quel danno fosse irreparabile.
Essendo un chitarrista amatoriale, per Ritsuka cambiare delle corde era un’azione naturale e all’ordine del giorno, eppure quel semplice gesto, sembrava aver smosso qualcosa di più profondo e celato all’interno di Mafuyu. Senza saperlo con le mie mani avevo fatto risuonare le corde del suo cuore, questo è ciò che avverte il musicista, che dopo varie richieste cede e accetta di diventare l’insegnate del ragazzo. Eppure tutto è destinato a cambiare quando un giorno Uenoyama sente Sato cantare una melodia senza nome, le cui poche note gli incendiano l’anima, segnando la svolta nel loro rapporto. Delle semplici scalinate diventano il luogo per un fatidico incontro capace di smuovere le lancette, ormai ferme da troppo, nella vita dei due protagonisti.
Given, la musica è salvezza o una maledizione?
Ben presto Mafuyu diventa il cantante e chitarrista della band di Ritsuka, composta da altri due membri: il batterista Akihiko Kaji e il bassista Haruki Nakayama. Assistiamo così ai loro primi passi nell’ambiente musicale con il primo live, e la prima canzone, conoscendo nel frattempo tutti i personaggi che compongono l’opera. Ognuno di loro ha delle caratteristiche peculiari che incentivano gli sviluppi della trama, e nessuno viene tralasciato. Attraverso alcuni frame e indizi spalmati nei vari episodi, scopriamo gradualmente il passato di Sato e ciò che si cela dietro la Gibson, con l’introduzione dei suoi amici d’infanzia Hiiragi, Shizusumi e soprattutto Yuki.
Dopo aver presentato tutti i rappresentati della storia, si pone la prima tematica controversa di questo progetto: la musica. La sua importanza viene posta sotto un doppio aspetto, se da un lato diventa il mezzo unico tramite il quale Mafuyu riesce finalmente a dar voce ai propri sentimenti, dall’altra parte risulta essere quasi la causa scatenante di una serie di eventi che, precedentemente, hanno portano a una terribile conclusione. Infatti la passione straripante verso di essa diventa quasi un’ossessione per alcuni personaggi, tale da innescare meccanismi nocivi. Ne è un esempio il rapporto, ormai logoro, fra Akihiko e il violinista Ugetsu, analizzato nel film.
L’amore, un sentimento che lacera la pelle
Un altro argomento basilare dell’opera è senza dubbio la sfera affettiva. Sono diverse le tipologie di relazioni esposte. Grazie a Ritsuka veniamo trasportati nel periodo dell’adolescenza, quando il cuore batte all’impazzata senza però riuscire a capirne bene il motivo, sentendosi quasi sbagliati per ciò che si prova. Con Haruki invece assistiamo a una passione più consapevole, ma celata per paura di perdere l’altro, mentre con Akihiko, inizialmente, abbiamo una relazione estenuante e distruttiva, dalla quale non riesce a distanziarsi.
Infine, Mafuyu rappresenta l’apoteosi di tutto ciò che può comportare l’essere legati a qualcuno. Da una parte la gioia e la devozione che scaturiscono dal condividere tutto con il proprio partner, che diviene un completamento del proprio essere. Ma dall’altra la devastazione completa che provoca la perdita di quella persona. Il modo in cui tematiche del genere vengono affrontate nell’opera è di una bellezza straziante. In sintesi, in Given, l’amore non viene descritto come un’emozione delicata e piacevole, ma come un sentimento che lacera la pelle.
La storia di un inverno e la storia di un estate
La cura al dettaglio all’interno di Given è veramente minuziosa, e non solo nel manga. Nella trasposizione animata tutto ha un suo perché, basta pensare ai testi delle sigle e soprattutto a quelle delle due canzoni principali cantate da Sato: La storia di un inverno (Fuyu no Hanashi), e L’alba arriverà (Yoru Ga Akeru). La prima esprime tutta la sofferenza, la solitudine, ma anche la voglia di continuare a vivere del protagonista, nonostante l’immenso vuoto nel suo cuore. Mentre la seconda narra della difficoltà di accettare la fine di una relazione, la paura di intraprendere un nuovo percorso, ma la consapevolezza che tutto andrà per il meglio.
La scelta del titolo del primo pezzo viene quasi anticipata durante alcuni episodi, infatti quando si parla del passato del cantante, egli stesso lo descrive come appunto la storia di un inverno, di una notte. Una grande sottigliezza è data dal fatto che sia il nome di Mafuyu che di Yuki, sono collegati alla stagione fredda. Invece, verso la fine della prima stagione, il tema varia, e inizia la storia di un’estate, di una notte, legato al significato dietro il nome di Uenoyama e la sua correlazione al periodo estivo. Ciò rappresenta il cambiamento all’interno del protagonista, il cui cuore fermo e ghiacciato in un determinato tempo passato ricomincia finalmente a battere.
La profondità di Given
Ciò che mi ha colpito di più di questo prodotto è il modo in cui riesce ad affrontare tematiche realmente forti e delicate, senza però risultare troppo pesante. Grazie ad alcuni sketch l’opera ha sempre una leggerezza di sottofondo che dona un piacevole senso di equilibrio. Le vicende narrate sono del tutto realistiche e forse proprio per questo il pubblico viene facilmente coinvolto in un incredibile turbinio di emozioni. Per chi se lo fosse perso, vi consiglio assolutamente di vederlo. Si conclude così il nostro consueto appuntamento, sperando che quest’articolo vi sia piaciuto, vi invito a seguirci sul nostro sito Kaleidoverse e a iscrivervi ai nostri canali YouTube e Telegram.