Siamo a un passo dal poter finalmente vedere sui nostri schermi Le Bizarre Avventure di Jojo: Stone Ocean. La sesta parte è sicuramente una delle più discusse dai fan, ma spesso non nel senso in cui si dovrebbe parlarne. Proprio per questo, oggi voglio parlarvi del perché Stone Ocean è forse una delle opere più divisive e importanti della storia di JoJo e dello stesso mondo dei manga.
Ma non è dal mondo dei fumetti orientali che partiremo, bensì da quello della musica. Nel 1966, una delle più grandi rock star della storia della musica internazionale, incideva nel b-side di Hey Joe, una canzone che avrebbe per sempre cambiato il panorama della musica. Stone Free venne pubblicata e distribuita il 16 dicembre, insieme alla cover del brano di Billy Roberts. In quella canzone, il chitarrista cantò al mondo il suo desiderio di libertà e di vita. La stessa canzone, all’alba del 2000 divenne il canto di libertà di Hiroiko Araki.
La maledizione di JoJo: troppo avanti per la sua epoca
Chi ha visto la serie di JoJo sin dall’inizio sa benissimo quanto i personaggi siano cambiati dal 1987 a oggi. All’alba della sua grandezza, JoJo era una opera quasi rubata alle matite di Tetsuo Hara, disegnatore di Hokuto no Ken. Era l’era degli uomini ultra muscolosi e della virilità, del testosterone e della grandezza degli uomini forti. Anche JoJo seguì questo iter per lungo tempo. Joseph era un mascalzone, ma un uomo di grande virilità e forza. Jotaro era l’incarnazione stessa del testosterone e dell’essere un macho fatto e finito.
Eppure qualcosa aveva sempre contraddistinto JoJo dagli altri. Era la sua bizzarria, le sue pose prese da Vogue che divennero un marchio distintivo di ognuno dei protagonisti. Ma un sottile cambiamento iniziò ad arrivare nel 1992 con Diamond is Unbreakable. Il nuovo villain non era muscoloso, era anzi elegante e alla moda. Anche il nuovo Jojo non era propriamente questo esempio di virilità tossica. Aveva uno stand in gran parte rosa, una grande scollatura a cuore sul petto e la posa meno virile di sempre.
Ed era un personaggio spettacolare. Persino Jotaro cambiò in quella parte, diventando meno muscoloso e più elegante. Ma i cambiamenti erano sottili, visibili per certo, ma non sostanziali. Soltanto con l’arrivo di Vento Aureo il mondo si sarebbe accorto che JoJo non era più lo stesso. Personaggi dal design estremamente raffinato e androgino diventarono una costante. Gli uomini erano l’esatto opposto della mascolinità “esagerata” delle prime parti e nella serie apparivano diversi personaggi LGBT. E per quanto oggi possa sembrare una normalità, Vento Aureo venne pubblicato fra il 1995 e il 1999, in un tempo in cui essere gay era quasi un tabù, in cui i personaggi gay non esistevano. E questo non piacque affatto.
Stone Free, la libertà di un artista eccentrico
Vento Aureo non fu esente da critiche, tanto per usare un eufemismo. I fan erano estremamente scontenti del fatto che i personaggi non fossero più montagne di muscoli semoventi. La passione per la moda di Hiroiko Araki era divertente se riportata nelle sole pose, ma come osava lui rovinare, con le sue passioni, il LORO manga? L’autore di JoJo era piegato da un lato dai suoi fan e dall’altro dalla casa di produzione, che chiedeva qualcosa per accontentarli. Ma in quell’inizio del nuovo millennio, Araki non si spezzò.
Anzi, in un impeto di orgoglio, di arte e di passione, dichiarò al mondo che lui sarebbe stato Stone Free. Nel 2000 esce Stone Ocean, il primo shonen nella storia dei manga con protagonista una donna. Su Shonen Jump, rivista per ragazzi adolescenti, una donna prendeva il ruolo di comando del manga. Spiegare quanto questo fosse avanti con i tempi è abbastanza semplice, basta una domanda. Quanti shonen conoscete con una protagonista femminile? Usciti su Shonen Jump, per altro? A oggi il ruolo da protagonista a una donna sembra quasi una banalità, quasi una stupidaggine, ma quello era il Giappone di inizio terzo millennio.
E non sarebbe affatto finita lì, però, in quanto l’autore decise non solo di continuare nel suo stile ispirato alla alta moda, ma di accentuare ancor di più questa marcatura. E lo stand della sua protagonista, che rappresentava questa sua dichiarazione di intenti, questa sua libertà indiscutibile, non poteva che essere Stone Free. “Parlano dei vestiti che indosso, ma non si rendono conto di essere loro a essere quadrati” cantava l’artista afroamericano, indicando una società di perfetti quadrati omologati, che lo giudicavano per la sua libertà. “Stone Free per fare ciò che voglio” inizia il ritornello, e così fece anche Araki.
Un JoJo a fare da cassa per Jimi Hendrix: ecco Jolyne
Jimi Hendrix era un cantante di colore in una società profondamente razzista. Era un uomo ostacolato da tutti, dal suo manager alla società stessa. Ma lui diventò una star, con il suo puro talento e la sua arte. Jimi Hendrix era un po’ come la sua chitarra, una chitarra destrorsa impugnata da un mancino, con le corde montate al contrario. I pezzi erano tutti presenti, tutte le corde, gli attacchi, i magneti, ma in una posizione in cui non sarebbe dovuto essere. Eppure, anche in quel caso, il mondo era in torto e quella chitarra sarebbe presto diventata leggenda.
Quasi quarant’anni dopo, Jolyne sarebbe stata come lui. Jolyne è una Joestar, esattamente come suo padre. Jolyne storpia addirittura la catchphrase di suo padre “Yare Yare Dawa”. Ma Jolyne era in un posto dove nessuno pensava dovesse essere. Jolyne prende parecchio dal cantante anche a livello narrativo. La storia di Stone Ocean parte con la nostra protagonista chiusa in prigione per furto d’auto e omicidio stradale. Parecchi anni prima, lo stesso cantante venne arrestato per furto d’auto, scontando la sua pena con l’arruolamento, piuttosto che in prigione.
Così come la nostra protagonista è discendente di una stirpe di guerrieri, anche la famiglia di Hendrix era fatta di musicisti. Il carattere della protagonista segue poi la canzone da cui prende il nome il suo stand Stone Free. “Una donna prova a chiudermi in una gabbia di plastica, ma non capisce che posso romperla quando voglio” dice l’autore. E anche Jolyne rimarrà chiusa in gabbia a lungo, ma sarà capace di rompere la sua prigione? Sicuramente il suo autore, usò questo manga per rompere definitivamente la sua. Per tante altre notizie e approfondimenti a tema anime e manga, rimanete collegati con noi attraverso il nostro sito Kaleidoverse e sui nostri canali Telegram e YouTube.