L’ultimo lavoro del regista spagnolo Pedro Almodóvar è stato presentato a Venezia. La mostra del cinema si è aperta proprio con Madres Paralelas, che non ha ricevuto il Leone d’oro come miglior film, ma ha di sicuro conquistato il pubblico e la critica. Ciò che è stato premiato è stata però la recitazione di Penélope Cruz, che ha ricevuto il premio per la miglior interpretazione femminile. Abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima il film in uscita nei prossimi giorni, e abbiamo potuto verificare direttamente se i laudi ricevuti fossero tutti meritati.
Madres Paralelas parla di due madri
La storia di Madres Paralelas ruota intorno proprio a due madri. Le due donne non possono essere più diverse tra di loro. La prima, interpretata da Penélope Cruz, è una donna che va per i quaranta; una donna in carriera, felice della propria gravidanza, pronta a essere una madre e a tutto quello che questo cambiamento porterà nella propria vita. La storia è diversa però per l’altra madre di questa storia: interpretata da Milena Smit, è una ragazza giovane, fin troppo giovane per essere madre, e questo ovviamente le crea preoccupazioni. Una gravidanza non voluta, la paura per il dolore del parto e per la sua situazione instabile. Entrambe non sono in una relazione, e si trovano quindi senza un compagno che le accompagni in questo momento, e sta a Janis, interpretata dalla Cruz, consolare e rassicurare la giovane Ana.
Ma la storia di Madres Paralelas non inizia e finisce solo con la gravidanza e parto di queste due madri. Sullo sfondo della storia, lo sforzo di Janis per far luce sul passato del suo paese. Uno sforzo mirato a dare una degna sepoltura a degli uomini del suo paese, uccisi e gettati in una fossa comune durante la guerra. Una finestra sul passato che lascia chiaramente vedere come gli eventi di questo passato recente ancora echeggiano nelle vite di chi è sopravvissuto all’esperienza, e porta con sé il peso di questi ricordi. Ed è proprio in questa dicotomia tra passato e presente, vita e morte, che Madres Paralelas trova la sua impronta principale e la sua forza.
Vita e morte vanno a braccetto
Rimane chiaro come questi due temi siano effettivamente il cuore di questo film. La morte rimane legata alla figura maschile, anche in modi più positivi, come in quello di Arturo, l’antropologo interpretato da Israel Elejalde, l’uomo incaricato di dare degna sepoltura agli uomini gettati nella fossa comune durante la guerra. Ovviamente, questi ultimi vanno a rappresentare proprio la faccia orribile della morte, un peso che rimane sul cuore di chi è sopravvissuta all’esperienza, senza poter avere una chiusura, o l’occasione di seppellire e piangere propriamente i propri cari.
Mentre la morte è una tematica legata alla figura maschile, la vita è chiaramente legata alla figura femminile. In maniera più evidente con le due gravidanze, che portano nuova vita nel mondo. Per quanto entrambe le gravidanze non fossero previste, in maniera più o meno grave, entrambe le madri mostrano il proprio amore per i figli, e nonostante tutto decidono di allevarli, portando nuova vita nel mondo, contrastando il passato carico di pesi e di morte del paese.
Una regia pulita e funzionale
La regia di Almodóvar non risulta troppo carica. Una regia pulita, che segue il tono più calmo del film, senza tagli bruschi che vanno a risultare fin troppo immediati. Anche quando si va a vedere un salto temporale nella storia della pellicola, per rivisitare il passato di Ana o di Janis, non vengono utilizzati filtri o tecniche per rendere evidente immediatamente che si sta vedendo il passato. Ci si rende conto velocemente che stiamo vedendo un qualcosa di successo in precedenza, ma senza che questo venga sbandierato troppo apertamente. Forse una scelta adeguata, che va a rendere evidente che il passato è parte integrante del presente, e lo va a formare, non rimanendo solo una cosa superata e da ignorare.
I cambi di scena sono quasi delicati, per l’appunto non con stacchi netti e che ci gettano in un altro posto, ma con transizioni graduali. Il focus su un punto in particolare dello schermo, spesso su Janis, e il resto della scena che va a spegnersi, lasciando a schermo un solo dettaglio, prima che anche questo scompaia nel buio, portandoci alla nuova scena. Una scelta che si sposa bene con il tono sempre pacato del film, che anche nei momenti più carichi di emozioni, non scade mai nel cercare di renderli spettacolari in maniere che forse risulterebbero troppo di cattivo gusto.
Tutto ciò che accompagna la visione
Oltre alla regia, pulita e ottima, la scelta della musica accompagna perfettamente tutta la durata della pellicola. La colonna sonora non è usata come riempitivo, risultando sempre presente nel film, ma è usata con attenzione, durante particolari momenti che vengono accompagnati da scelte sonore che non risultano mai troppo vistose e coprenti. Forse l’unica pecca di questa scelta è che difficilmente alcune delle parti sonore di questo lungometraggio rimarranno impresse nella mente degli spettatori, ma è anche vero che questa non è una pellicola che mira a quello.
La fotografia è pulita e ricercata. Anche grazie al lavoro di Janis, appunto una fotografa, vediamo la differenza tra la fotografia artistica di un film, e quella più mirata a uso commerciale. Le nature morte di prodotti, anche gli scatti a persone vere e proprie. Sono sempre scatti più mirati a vendere un prodotto che a tesserne le lodi. Certo è anche vero che anche questa fotografia viene mostrata con passione. La passione di Janis per il proprio lavoro, che mostra i sacrifici della donna per continuare a lavorare nonostante l’impegno di allevare una figlia.
In conclusione su Madres Paralelas
Madres Paralelas è sicuramente un’ottima visione. Un lavoro ricco di tematiche anche più importanti, che si mischiano perfettamente. Il passato e il presente, la vita e la morte, unite all’amore mostrato dai personaggi, e dal regista nel raccontare queste storie. Forse non il lavoro più memorabile di Almodóvar anche per le scelte stilistiche fatte. Ma è anche vero che scelte stilistiche diverse sarebbero risultate stridenti con il tono del film. Tutto sommato, le lodi della critica ricevute durante il festival sono decisamente giustificate. Un’ottima visione, e decisamente una realtà del mondo del cinema che va comunque supportata, non essendo legata a blockbuster dal budget enorme. Non possiamo fare altro che consigliarvene la visione, appena uscirà in sala.
Madres Paralelas sarà al cinema dal 28 ottobre 2021. Potete continuare a seguirci grazie al nostro canale Telegram, sempre aggiornato con tutti gli articoli pubblicati sul sito. Oppure, potete seguirci sui social, aggiornati con tutti i pezzi più interessanti della settimana.
Madres Paralelas è un'ottima visione. Due tematiche importanti che accompagnano tutta la pellicola, accompagnate perfettamente da scelte stilistiche e registiche che si sposano alla perfezione con tutto il resto del film. Decisamente da vedere, sia che siate amanti del regista spagnolo, che nel caso non vi siate mai avvicinate a suoi lavori prima d'ora.