La rubrica psicologica di Kaleidoverse è di nuovo qui per trasportarvi indietro nel tempo, analizzando un film del 1999 e ambientato negli anni 60. Sto parlando di Ragazze Interrotte, piccolo capolavoro di James Mangold e avente come protagoniste le grandi attrici Winona Ryder e Angelina Jolie. Le premesse sono già eccezionali. Ragazze interrotte ha una trama tanto semplice quanto affascinante: Winona (Susanna), dopo aver tentato il suicidio ingoiando un flacone di aspirine accompagnate da della vodka, viene soccorsa e mandata dai genitori in un ospedale psichiatrico. In tale luogo si svolgerà la maggior parte della pellicola, in cui troveremo molte altre ragazze ricoverate per varie motivazioni che man mano scopriremo; l’opera trascina dll’inizio alla fine, risultando talvolta anche un po’ pesante, ma solo per la complessità dei temi affrontati – a mio avviso – in modo superbo.
L’ospedale psichiatrico
C’è così tanto da analizzare di questa pellicola che è meglio andare con ordine, partiamo quindi dall’ambientazione. Come già detto, quasi tutte le vicende si svolgono all’interno di un ospedale psichiatrico: qui incontreremo non solo le pazienti, ma verrà dato molto peso anche agli psichiatri e al personale di servizio, in senso sia positivo che negativo. Questa specie di manicomio è stato creato molto bene: i nuovi arrivati vengono controllati continuamente durante la degenza e non solo durante il giorno, ma anche durante la notte vediamo un’infermiera sbucare nelle camere da letto per assicurarsi che i pazienti non si siano mossi.
Uno dei personaggi più di rilievo è senza dubbio Valerie (Whoopi Goldberg), che interpreta il capo delle infermiere. È molto bello vedere come la donna sia legata alle ragazze di cui si prende cura, spingendo la protagonista a fare grandi passi avanti e al contempo mostrando al pubblico piccoli dettagli estremamente importanti. Ad esempio, dopo l’assenza di una delle pazienti per qualche settimana, al suo ritorno afferma come sia necessario “tagliarle quelle unghiacce”, sottolineando come un malato di mente possa essere pericoloso con queste piccole armi. Oppure, quando Susanna vuole radersi le gambe, è Valerie a portarle il rasoio e subito dopo le si siede accanto, dicendole che non può lasciarla sola.
Al contrario, altri infermieri si preoccupano solo di fare il loro dovere e ci ricordano come questi ospedali talvolta ignorino le singole esigenze dei pazienti. Ad esempio osserveremo come la protagonista di Ragazze Interrotte debba prendere delle pillole “standard” – le prendono tutte – per dormire e per andare di corpo, nonostante essa specifichi di non avere problemi in tali ambiti. Anche uno degli psichiatri, sebbene solo per pochi secondi, lo vediamo dormire durante una seduta. Insomma, se Valerie rappresenta il tipo di infermiere ideale, al contempo un luogo del genere non può essere formato solo da brave persone. Addirittura il tuttofare in un contesto si ritrova a baciare una delle pazienti che, sebbene dal punto di vista della pellicola ci venga presentata come relativamente sana, per lui è una “pazza”, quindi lo sfruttare un personaggio in un contesto così delicato… beh, diciamo che non rappresenta il massimo dell’etica.
Angelina Jolie ruba la scena
La protagonista di Ragazze interrotte è assolutamente Susanna, alias Winona, la quale rappresenta anche il punto di vista tramite cui vedremo tutti gli avvenimenti. Tuttavia è il personaggio di Lisa, interpretato brillantemente da Angelina Jolie, a conquistarci fin dal suo primo ingresso in scena. Vedendola riusciremo solamente a pensare che è una malata sociopatica. Al suo primo incontro con Susanna la aggredisce, provoca costantemente chiunque nascondendosi dietro la facciata dell’onestà. Persino quando si troverà davanti ad un cadavere si limiterà ad avvicinarsi per rubargli dalla tasca del denaro, non mostrando un minimo di empatia.
Nonostante ciò, rimarrete incollati allo schermo in ogni sua apparizione, anche incuriositi da quale potrebbe essere la sua prossima pazzia. È senza dubbio la leader del gruppo: così come ne rimarremo, erroneamente, innamorati noi, anche tutte le altre detenute le sono completamente sottomesse, seguendola in ogni mossa e persino obbedendole quando lei afferma cose semplici come “vai in camera”. La sua cartella clinica afferma infatti come “gestisca il rapporto con gli altri pazienti, non reagisce ai farmaci e non è in remissione”. Lisa stessa si definisce una sociopatica e noi potremmo solo darle ragione, almeno per la maggior parte del film.
Ragazze interrotte, alias ragazze “pazze”
Dopo una scena di allegria e spensieratezza, vedremmo le varie cartelle cliniche delle pazienti e qui è bellissimo il fatto che, nonostante noi saremmo costantemente dalla parte delle degenti, gli psichiatri sappiano fare il loro dovere. Analizziamo quindi come sono descritti (anche solo dai comportamenti dei personaggi) i vari disturbi che le hanno condotte in questo ospedale.
Partiamo naturalmente da Susanna, affetta da disturbo Boderline di personalità. Tale problema comprende davvero moltissimi sintomi, ma è giustissimo per la protagonista. È autodistruttiva, impulsiva, qui definita anche promiscua (la vedremmo provare ad avere due rapporti con due uomini diversi nell’arco di ventiquattro ore). Ha un’instabilità della propria immagine, di rapporti e umori. Obiettivi incerti e ostilità sociale completano il quadro. In particolare, noteremo la sua auto-distruttività non per il tentato suicidio iniziale, ma nel suo rapporto con Lisa, di cui eviterò di parlare per non rovinarvi la visione della pellicola (disponibile su Netflix). Susanna inizialmente userà anche il meccanismo di difesa della negazione, affermando più volte di non aver tentato il suicidio e di essere solo “triste”.
Tra gli altri personaggi abbiamo invece: una bugiarda patologica (Georgina), un’anoressica (Janet) che, pur odiando il suo corpo afferma di avere il peso perfetto (39 kg!) e una ragazza che da piccola si è ustionata il viso e per questo motivo ha scatti d’ira (Polly), in particolare quando vedrà Susanna interagire con un uomo (interpretato da un giovane Jared Leto) in quanto penserà che a causa del suo aspetto lei non avrà mai questa possibilità – anche qui vediamo l’influenza di Lisa su di lei, che la chiama costantemente “torcia”. Ultima paziente degna di nota è Daisy, di cui all’inizio non si comprende bene che tipo di malattia abbia, ma senza alcun dubbio c’entra qualcosa l’alimentazione: chiede costantemente lassativi che a lei sono negati, nasconde le ossa del pollo che mangia sotto il letto e afferma che vuole nutrirsi da sola perché, così come per le altre andare in bagno è un momento privato, per lei è lo stesso quando invece di “far uscire” il cibo, lo fa entrare. Tutto ciò è affrontato davvero benissimo, con i personaggi che spesso “scattano” senza un’apparente ragione, ma da spettatori esterni capiremo pian piano che hanno davvero tutte bisogno d’aiuto.
La terapia è fondamentale
Uno degli aspetti più importanti della pellicola è dato dai medici. Se dal punto di vista di alcune pazienti questi sono solo persone orribili – Lisa stessa afferma che devi “solo andare da loro e rivelare i tuoi segreti per uscire”, come se la terapia in realtà non servisse a nulla -, in realtà personalmente li ho trovati piuttosto bravi nel loro lavoro. L’analisi che fanno delle varie donne è corretta, ma si scontra contro il fatto che in un ospedale psichiatrico le pazienti sono forzate ad andare in terapia. Il primo passo per poter superare un problema andando in analisi è avere fiducia in chi si ha di fronte e aprirsi senza pregiudizi o paura di essere giudicati. Non è del tutto falso quello che Lisa afferma, quando dice che bisogna rivelare agli psichiatri i propri segreti, ma c’è un concetto un po’ più ampio dietro.
È in particolare la figura della seconda psichiatra quella più interessante. Vediamo un’intera seduta (sebbene di pochi minuti) tra lei e Susanna ed è quasi divertente vedere come la nostra protagonista la provochi e sia convinta di avere il coltello dalla parte del manico, per poi essere invece messa alle strette dalla dottoressa Wick. Questa è costantemente calma: non ha bisogno di reagire alle provocazioni di Susanna, ma al contrario la lascia parlare liberamente, legandosi alle sue parole e facendole capire perché certe cose che dice non siano del tutto corrette. Il tutto senza giudicare e senza forzare i processi di pensiero della nostra eroina, perché non è questo il compito di un terapeuta. La dottoressa Wick è una psichiatra nel vero senso della parola: vuole davvero aiutare e la sua terapia risulterà fondamentale per Susanna.
Rapporti malati tra i personaggi
Qui c’è solamente da spaccarsi in due, quasi letteralmente. Da una parte vediamo come le varie pazienti dell’ospedale psichiatrico si sostengano a vicenda, trasmettendoci sensazioni positive, ma al contempo questi rapporti possono essere molto distruttivi. Ad esempio, una delle pazienti (tranquilli, non farò nomi) deciderà di non ingoiare le proprie medicine e, non sapendo cosa farsene, proverà a regalarle ad un’altra che non le dovrebbe prendere. Se da un punto di vista, quello di spettatori che tifano per il gruppo di donne, siamo contente di vedere un rapporto di solidarietà; al contrario è brutto vedere dei legami che in realtà fanno alle ragazze solo del male. Quando Lisa afferma che la terapia non serve a nulla, se le altre pazienti la ascoltassero secondo voi sarebbe positivo? Alcuni personaggi fortunatamente si renderanno conto di questo, per altri non sarà così semplice.
Conclusioni su Ragazze interrotte
Se non avete mai visto il film Ragazze interrotte dovete assolutamente recuperarlo. Ogni dettaglio è ben studiato, i personaggi, tutti, sono costruiti ed analizzati alla perfezione e l’evoluzione di Susanna è eccezionale. Il colpo di scena che segna il punto di svolta del film è inaspettato e, essendo questa una rubrica a tema psicologico, sottolineo come questo aspetto sia perfettamente curato. Anche il finale, sebbene non si possa propriamente definire un lieto fine, è coerente con tutto il resto. Che dire, se Angelina Jolie ha vinto un Oscar per questo lungometraggio un motivo ci sarà. Speriamo come sempre di avervi invogliato a recuperare Ragazze interrotte e, per non perdere i prossimi aggiornamenti sui film psicologici, ma anche per conoscere le tante novità del mondo videoludico e cinematografico, potete unirvi al nostro canale Telegram e seguire il nostro sito ufficiale Kaleidoverse.