Poco dopo il rilascio di PlayStation 2, arrivò un gioco completamente anonimo, ma che comunque aveva i suoi più grandi pregi. Nessuno poteva sapere che quel titolo, di lì a breve, avrebbe fatto parte di una delle serie di punta di Capcom, nonché una delle più conosciute e apprezzate di sempre. Sviluppato da Capcom con Shinji Mikami come capo progetto, Devil May Cry catturò chiunque coi suoi modi grezzi, l’atmosfera heavy metal e tanta azione.
Il gioco si presentava come un hack ‘n’ slash molto fresco e dinamico, anche se adesso sente molto il peso degli anni. La trama era pressoché ispirata alla Divina Commedia (con tanto di Dante e Bea“Trish” come protagonisti), ma raccontata nel modo più ignorante possibile. La vicenda seguiva le gesta di – appunto – Dante, proprietario di un’agenzia tuttofare, che deve fermare la rinascita di Mundus, un possente demone che fu sconfitto proprio da suo padre 2000 anni fa. Niente di così articolato, eppure catturò una serie di appassionati, divenendo (un po’ per caso, anche) una killer app di PlayStation 2.
Inoltre, la serie action Capcom fece da precursore a molti altri hack ‘n’ slash che volevano provare a scavalcare il carisma di quest’ultimo. Il primo “sfidante” più noto è la nuova trilogia di Ninja Gaiden, avente un successo clamoroso ma che non fu impattante a lungo andare. L’altro è sicuramente Bayonetta, titolo targato Platinum Games che riprende palesemente le tematiche sopra le righe di Devil May Cry, ma in una veste un po’ più “piccante”.
Ritornando a Devil May Cry, il suo merchandise si espanse a macchia d’olio: ebbe 4 seguiti canonici, uno spin-off di Ninja Theory, due porting per mobile e persino una serie animata. E, come piccola chicca, ad Akihabara esiste anche un bar dedicatogli. All’interno ci sono cibi e bevande a tema, e potete ordinare persino la Strawberry Sundae preferita di Dante. Per molte altre curiosità a tema videoludico, seguiteci sul nostro canale Telegram e su Kaleidoverse.it!