A volte ritornano, e non si tratta solo degli zombie. Una delle serie più amate e controverse dell’ultimo decennio farà capolino tra pochi giorni nel catalogo già rigoglioso di Disney+, The Walking Dead è tornata e lo è anche uno dei cast più apprezzati del settore. Storicamente la serie è da considerarsi, tra luci ed ombre, una delle colonne portanti del fenomeno legato alle recenti tendenze. Sebbene vi sia molto da discutere e tessere sull’annodata vicenda dell’opera, nonché il suo successo altalenante, l’amore per il franchise è rimasto saldamente ancorato nella mente di tanti appassionati.
Dalle truculente pagine e il tratto indistinguibile di Robert Kirkman, fino alle rocambolesche avventure di Rick Grimes, il franchise ha poi trovato nel carisma del cast scelto l’amore di tanti spettatori. Ho avuto modo di vedere in anteprima i primi due episodi di The Walking Dead 11 che dal 22 agosto approderanno su Disney+ ed è tempo anche per me di attingere con mano ai ricordi che mi legano all’opera. Vi ricordo che se siete interessati a rimettervi in paro con le vicende della storia, sono sin da ora presenti nel catalogo della piattaforma streaming le prime dieci stagioni, non ve ne pentirete.
The Walking Dead 11: rancore, etica, amore e speranza
L’epopea dei sopravvissuti di Alexandria macchia sin da subito le vicende nell’inicipit di The Walking Dead 11. Non sono bastate le silenziose e degenerative atrocità dei Sussurratori a sbriciolare le speranze del gruppo. La scacchiera dei protagonisti ha subito un brusco scossone, che li ha costretti a cercare in posti più pericolosi di quelli sondati in precedenza. Alexandria è ormai molto più simile a un cumulo di macerie di quanto non lo sia mai stata, inoltre molti membri importanti del gruppo originario si sono dovuti dividere per cercare alleati oltre i propri confini o semplicemente un’azione che possa rimettere in piedi la collettività, come Daryl (Norman Reedus). Lo sciame di terrore e la paura divampante sono gli ultimi testimoni di un finale di stagione oltremodo turbolento, che ha costretto diversi elementi a rivelare delle carte discutibili.
Prima tra tutte, tra la gioia e la sofferenza di molti appassionati, la scelta di sfruttare la forza di Negan per sovvertire la guerra contro Alpha. Dopo la sua cruciale redenzione, uno dei villain più affascinanti e temibili della serie, ora lotta con le unghie e con i denti per ritagliarsi il proprio spazio all’interno della comunità. Scivolato oltre il suo passato egocentrismo e bruciata – letteralmente – la sua parte perversa, il nuovo Negan è visivamente più sensibile, ma sempre dal carattere spinoso. A completare un’inaspettata dualità, vi è anche il carattere risoluto di Meggie, temprato dalle frustranti vicissitudini che ha dovuto combattere tra cui, sfortunatamente per lei, lo stesso Negan. Non si tratta di scintille tra due, ma vere e proprie vampate di odio.
Un cast che ora è quasi totalmente completo come ai vecchie tempi e bisogna dire che le premesse narrative sono decisamente avvincenti. Come si ricomporrà il gruppo di sopravvissuti post apocalittici più amati di sempre?
The Walking Dead 11: ricostruire ed espandersi
Le ambientazioni di The Walking Dead 11 trasudano angoscia e ansia da tutti i pori. Sin dalle prime battute, la superba scenografia della serie si fa subito sentire, proponendoci degli scenari degli della migliore suspense che possiamo raccontare. Ad ora la trama lascia spazio a interpretazioni varie, non solo per la presenza di pericoli inaspettati, ma anche di figure decisamente temibili all’orizzonte. L’evoluzione della serie e del cammino tortuoso dei nostri beniamini non è solo lastricato da dubbi sentieri etici, ma anche dall’egoismo e dalla presenza di altre realtà che combattono l’apocalisse con degli schemi meno ortodossi.
Le prospettive narrative ad ora sono decisamente criptiche, ma anche esaltanti nel loro insieme. Forse per la prima volta nel franchise, abbiamo un gruppo fortemente eterogeneo e curioso su più livelli: dai rapporti interpersonali fino all’aspetto psicologico frammentato. Le premesse sono, inoltre, adornate da una fotografia sempre di alto livello, che bisogna annettere essere uno dei punti di forza della serie.
Conclusioni
I primi episodi di The Walking Dead 11 gettano le basi per le premesse narrative più intriganti degli ultimi anni, ora per le dinamiche sferzanti presenti nel gruppo, ora per la criptica etica dei nuovi potenziali antagonisti sulla scacchiera. Il modus operandi rimane lo stesso, certo, ossia l’ennesimo pendolo tra la mancanza di provviste e la divisione forzata del gruppo principale. È comunque un piacere scoprire luoghi inesplorati sulla mappa e la voglia di ricostruire Alexandria non lascia trasparire ad ora l’esigenza di un esodo.
Premesse atte anche a valorizzare i singoli tratti psicologici dei nostri beniamini, ma anche antagonisti – apparentemente – più potenti a livello di risorse dei precedenti. La scenografia è un altro tratto di eccelsa qualità che si palesa sin dai primo minuti di inizio stagione. Sono anni che aspettavamo un brusco terremoto sulla scacchiera, che permettesse a nuove forze di riformulare la sceneggiatura verso direzioni oscure. Ci saranno prove ancor più ardue all’orizzonte e le crepe nel logo di stagione ci fanno intravedere grandi difficoltà e, per noi spettatori, divertimento.