Appena sentiamo la parola “eroe”, ci viene in mente lo stereotipo perfetto di un uomo muscoloso, affascinante, coraggioso e pronto a tutto pur di aiutare il prossimo, magari anche con dei poteri sovrannaturali che lo rendono più forte contro i nemici. In Beckett invece, la nuova pellicola diretta da Ferninando Cito Filomarino e prodotta da Luca Gudagnino, l’eroe è un comune ragazzo che desidera solo sopravvivere, interpretato da John David Washington. Il film in uscita su Netflix il 13 agosto è in realtà stato girato nel 2019, prima che l’attore acquistasse la notorietà attuale grazie a Tenet, e prima che la pandemia costringesse il mondo a fermarsi; noi di Kaleidoverse abbiamo avuto l’opportunità di vederlo in anteprima, e in questo articolo ne faremo un’analisi senza spoiler.
In Beckett, il protagonista – il quale nome corrisponde con quello dell’opera – e la fidanzata April (Alicia Vikander) si recano in vacanza in Grecia, rappresentando la coppia perfetta di turisti Americani. I due decidono di cambiare la località in cui villeggiano a causa di proteste politiche scoppiate nel luogo in cui si trovano, ma un colpo di sonno li porta a fare un grave incidente nel quale l’auto si schianta contro un edificio, distruggendone una parete. Il ragazzo riesce a uscire dal veicolo strisciando, e nel caos riconosce due figure all’interno della stanza: una donna bionda e un bambino coi capelli rossi. Quella che sembrerebbe essere stata un’allucinazione è però realtà, e Beckett diventa un testimone scomodo di una vicenda intricata.
Beckett, non accettare le caramelle dagli sconosciuti!
Solo, ferito e privo di beni, il protagonista si ritrova in un ospedale, dove gli viene spontaneo raccontare la sua visione singolare. Da questo momento in poi però il ragazzo capisce di essere stato nel luogo sbagliato al momento sbagliato, e si ritrova a dover fuggire costantemente per la vita con solo una cosa nella mente: la salvezza. Beckett non capisce cosa sta accadendo intorno a lui, e l’unica cosa che desidera è raggiungere il consolato americano per poter tornare a casa sano e salvo; questa missione sarà però più difficile del previsto, e nelle strade della Grecia trovare un alleato sarà quasi impossibile.
Egli cerca infatti l’aiuto di chiunque riesca a parlare la sua lingua, ma non tutti – se non quasi nessuno – sono affidabili, e anche coloro che dovrebbero rappresentare i buoni fanno parte della fazione che cerca di ucciderlo per proteggere la delicata verità. Le nonne dicono “non accettare le caramelle dagli sconosciuti”, e forse anche Beckett non dovrebbe fidarsi di chiunque incontri nel suo cammino, ma il protagonista non lo capisce mai nel corso del film, creando anche negli spettatori un senso di sfiducia nei confronti di qualsiasi persona che appaia nello schermo. È impossibile però non provare un forte senso di empatia verso il ragazzo, che è confuso quanto noi e non sa come fare per tornare a casa.
In fuga dai proiettili… o dai sensi di colpa
Noi infatti veniamo a conoscenza dei fatti insieme al protagonista, e solo quando un personaggio ci fornisce una spiegazione di ciò che sta accadendo comprendiamo davvero le vicende che stanno nello sfondo del film. Non arriva quindi nessuna voce fuori campo a svelarci la verità prima del tempo debito, e non possiamo far altro che assistere ai tentativi di fuga di Beckett, il quale non sa esattamente il motivo per il quale sta scappando per metà pellicola. Capiamo poi che si tratta interamente di un discorso politico, e che la Grecia del 2015 rappresentata nell’opera riflette la situazione di grave crisi, politica ed economica, di quegli anni, nei quali gli scontri armati e le proteste erano all’ordine del giorno.
Nonostante ciò, gli elementi politici del film passano in secondo piano quando Beckett si trasforma dall’essere una vittima passiva che cerca di fuggire a un eroe che tenta attivamente di fare del bene e risolvere la situazione. Per quanto il protagonista non sia lo stereotipo di supereroe alla Captain America di cui parlavamo all’inizio dell’articolo, egli riesce a incassare proiettili, tagli e cadute decisamente meglio di un uomo qualunque, e a farsi strada verso la verità utilizzando solo la propria forza fisica e, soprattutto, quella di volontà. Il personaggio di Washington non ha infatti un vero motivo per arrivare in fondo alla faccenda, nessuna ricompensa o gloria lo attende alla fine del tunnel, ma forse egli sta solo cercando di alleggerire il senso di colpa sulle sue spalle e “ricambiarlo” per un’azione benevola.
Per quanto riguarda l’interpretazione di John David Washington, l’attore riesce a donare una grandissima sensibilità al personaggio, rendendolo credibile e delicato ma pur sempre mantenendo alto il livello di interpretazione. L’assenza di caratterizzazione di qualsiasi personaggio secondario lo rende obbligato a caricarsi sulle spalle tutto il peso del film, ma egli riesce comunque a coinvolgere il pubblico senza annoiare o diventare ripetitivo. Inoltre, l’ambientazione greca contribuisce a farci sentire degli estranei – così come Beckett -, rendendo le scene interessanti e variegate: al posto dei soliti grattacieli e metropoli di cui siamo abituati, ci troviamo di fronte a distese di sterpaglie, muri ricoperti di graffiti e poster ed edifici poveri.
Le nostre conclusioni su Beckett
Ricapitolando, Beckett è un validissimo film d’azione che spicca nel catalogo Netflix per la sua delicatezza e per l’ambientazione greca che ci catapulta in un mondo lontano da quello di Hollywood. Ferdinando Cito Filomarino è riuscito a creare un’opera che scorre linearmente senza annoiare lo spettatore, anche se le motivazioni politiche che dovrebbero essere al centro della narrazione vengono messe in secondo piano per far risaltare il personaggio di John David Washington, il quale riesce a dominare completamente la scena e a creare il perfetto “eroe non eroico”. Per concludere, vi ricordiamo che la pellicola sarà disponibile sulla piattaforma streaming a partire dal 13 agosto, e vi invitiamo a iscrivervi al nostro canale Telegram e a seguirci su Kaleidoverse per trovare molti altri articoli sul mondo del cinema.
Beckett è un film d'azione atipico, dove l'eroe protagonista interpretato da John David Washington non è un superuomo dal fisico scolpito ma un normale ragazzo che si trova nel luogo sbagliato al momento sbagliato. L'ambientazione greca e lo sfondo di scontri e proteste politiche rendono l'atmosfera dell'opera originale ed intrigante, rendendo lo spettatore un estraneo proprio come il protagonista, che si ritrova a fuggire per la vita da persone molto pericolose quando ciò che desidera è solo quello di poter tornare nella propria casa dall'altra parte del mondo. Il regista Ferdinando Cito Filomarino, aiutato nella produzione da Luca Guadagnino, riesce quindi a creare un prodotto più che valido che spicca nel catalogo Netflix e mette in piena luce la star famosa per Tenet.